10/12/2017

Anche la vita di Isaiah non è di qualità, secondo l’ospedale!

Come  Charlie Gard, come  Alfie, anche Isaiah Haastrup (di cui parlammo qui) rischia di diventare vittima della cultura della morte eutanasica e dell’eugenetica che punta all’eliminazione di chi ha una vita che è considerata non degna di essere vissuta.

Steadfast Onlus attraverso il suo progetto LifeAID e in collaborazione con la famiglia Haastrup, lotta per proteggere la vita del neonato Isaiah Haastrup.
#LifeForIsaiah e #SaveIsaiahHaastrup saranno gli hashtag della campagna di sensibilizzazione.

«A distanza di pochi mesi dalla grande mobilitazione per Charlie Gard ora ci ritroviamo nuovamente a provare a difendere la vita e la dignità di questo piccolo bimbo. (…) Il piccolo Isaiah è un bambino di soli otto mesi con una grave paralisi cerebrale, che attualmente non è in grado di respirare autonomamente. È ricoverato al King’s College Hospital, in Gran Bretagna. La sua condizione è dovuta, come risulta da una indagine interna, a problemi medici avvenuti durante il parto che ha messo in pericolo anche la vita di sua madre. Ora i medici ritengono che per Isaiah non resti altro da fare che interrompere la respirazione artificiale, e morire.

I genitori non sono d’accordo. Con tutto il gruppo di lavoro #SteadfastLifeAID, da settimane siamo in contatto con la famiglia Haastrup e cercheremo di aiutarli come abbiamo fatto per la famiglia Gard. Lo faremo stando a stretto contatto e in totale condivisione di azione con il papà e la mamma del piccolo Isaiah dando supporto a 360° anche da un punto di vista medico e legale. (…) Con loro abbiamo deciso di creare degli strumenti ufficiali dove informarvi e coordinare le azioni da fare in favore del piccolo Isaiah. Onde evitare problemi di fraintendimenti, o versioni forvianti, ecco gli strumenti ufficiali per sostenere il piccolo Isaiah Haastrup. Tutti saranno aggiornati sia in italiano che in inglese», spiega bene il Presidente di Steadfast Onlus Emmanuele Di Leo.

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Per chi non usa i social è possibile avere tutti gli aggiornamenti anche via mail sottoscrivendo uno di questi moduli : in  italianoin inglese.

La storia della piccola vita di Isaiah

A novembre 2017 è iniziato il processo e come prima cosa il giudice ha vietato a Lanre, il papà di Isaiah, di andare a visitare il figlio in ospedale a seguito di un acceso diverbio, senza episodi di violenza, avvenuto tra lui ed il personale medico che cura il piccolo.
«Ritengo profondamente ingiusta questa azione! E quindi abbiamo iniziato una petizione per chiedere alla Corte Britannica che Lanre possa tornare a visitare il suo piccolo Isaiah, gravemente malato, per potere stargli accanto», continua Di Leo.

Il procedimento legale verte su due punti di vista totalmente contrapposti.

L’ospedale che chiede alla corte di poter staccare il respiratore e mettere il bimbo sotto palliazione affinché in realtà muoia: cioè gli tolgono la vita.

Il King’s College Hospital ha rilasciato queste dichiarazioni alla stampa inglese: “Dopo una rara e pericolosa emergenza ostetrica durante il travaglio di sua madre, Isaiah ha subito un danno cerebrale irreversibile e profondo. Purtroppo, nonostante il trattamento intensivo continuo e i più alti standard di cura, rimane gravemente disabile e completamente dipendente dal sostegno alla vita. Sin dalla sua nascita, non ci sono state indicazioni che la sua condizione sia migliorata. La nostra priorità è la cura, il comfort e la qualità della vita. Sulla base della sua prognosi, crediamo che la cura palliativa sarebbe nel migliore interesse di Isaiah. Abbiamo cercato un certo numero di pareri di esperti esterni che sono d’accordo con i nostri risultati clinici. Ognuno all’ospedale capisce quanto incredibilmente stressante ciò continua ad essere per i suoi genitori. Continueremo a coinvolgerli nelle decisioni sulla sua cura e offrire loro il nostro sostegno. (…) L’inchiesta ha riconosciuto che problemi specifici nel monitoraggio durante il travaglio sono stati un fattore che ha contribuito alla sua condizione. Ci scusiamo senza riserve per questo.”
L’ospedale ammette quindi che c’è stato un ritardo nell’ottenere un cesareo – una indagine interna ha scoperto che, se avesse avuto luogo 10 minuti prima, il danno cerebrale non sarebbe stato così grave – ma afferma anche che la ragione principale per la condizione di Isaiah è stata il raro evento durante il travaglio.

La mamma di Isaiah, Takesha, ha avuto un’emorragia a causa della quale ha perso metà del proprio sangue ed è stata in coma per alcuni giorni. Il bimbo ha respirato sangue e ha sofferto per mancanza d’ossigeno.
Gli esperti dell’ospedale hanno detto ai genitori che il bambino non ce l’avrebbe fatta ma, proprio mentre i genitori pensavano di poter accettare quest’idea c’è stato uno spartiacque perchè Isaiah ha aperto gli occhi e si è voltato verso il lato da cui provenivano le loro voci.
La famiglia afferma che tutti gli organi di Isaiah si starebbero sviluppando normalmente ma il cervello ha perso l’istinto che lo farebbe respirare autonomamente per lunghi periodi perché l’ospedale non ha provato tutte le opzioni per “incoraggiare” il suo movimento respiratorio che, secondo il padre Lanre, è “incoerente” ma esistente. E vorrebbe che i medici di Isaiah riducessero il “cocktail” dei farmaci sedativi, che lo rendono “completamente dipendente” da un ventilatore per respirare.

Durante l’udienza di Novembre la famiglia ha ottenuto il permesso dalla corte di far visitare Isaiah da due medici esterni all’ormai famoso sistema sanitario inglese (NHS) con la possibilità di portarli alle prossime udienze di Gennaio 2018.

Steadfast LifeAID aiuterà Isaiah e la sua famiglia lungo tutto il percorso che li attende fornendo supporto morale, medico e legale.

Francesca Frigerio


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