02/04/2021 di Luca Marcolivio

Audizione contro i pro-life all’Europarlamento. Basso (Lega): «Sono gli stessi che tacciono sull’infibulazione»

L’audizione di giovedì scorso al Parlamento Europeo, dove alcuni eurodeputati socialisti hanno lanciato la loro invettiva contro le organizzazioni pro-life è probabilmente frutto di una particolare “congiuntura” in cui i gruppi abortisti puntano ad un’accelerazione delle loro istanze. Intervistata da Pro Vita & Famiglia, l’europarlamentare Alessandra Basso (Lega) si dice non stupita di questa strategia e, al contempo, non esita a definire le proposte socialiste su vita e famiglia non orientate al «bene concreto delle persone». In ogni caso, le forze politiche che accusano i pro-life di calpestare i diritti delle donne, osserva l’onorevole Basso, sono le stesse che tacciono quando si tratta di denunciare pratiche come l’infibulazione o i matrimoni precoci.

 

Onorevole Basso, la sorprende questa mossa dei socialisti?

«Non mi sorprende. Da quando sono entrata al Parlamento Europeo ho potuto assistere a un incessante martellamento ideologico da parte dei gruppi politici di stampo progressista. Su ogni testo di legge e in ogni materia riescono sempre a infilare proposte di quello stampo. La Vita e la Famiglia sono costantemente sotto attacco. Ogni altro tema diventa strumentale rispetto a queste battaglie. Noi, pur dall’opposizione, ci battiamo strenuamente contro questo tipo di deriva, che non condividiamo».

Con la complicità della Planned Parenthood Federation, i suoi colleghi europarlamentari di sinistra mettono sotto accusa un gran numero di ONG e Onlus di orientamento pro-life. Le accuse: violenza sulla libertà e sulla salute delle donne, azione sovversiva e antidemocratica. Eppure, questi soggetti privati sono operativi da molti anni: come mai iniziano a “dare fastidio” solo adesso?

«A mio avviso non danno fastidio solo adesso. Dal loro punto di vista, hanno sempre dato fastidio. La differenza è che, oggi più di ieri, a sinistra si sentono più legittimati a portare avanti questo tipo di battaglia, forse ritenendo di riuscire a “vincerla”. Evidentemente pensano che l’attuale congiuntura storica, politica e sociale possa favorire questo tipo di operazioni e istanze. Sta a noi opporci politicamente. Sta anche a noi, in sinergia con l’operato culturale di associazioni come Pro Vita & Famiglia, essere capaci di proporre una visione di Unione Europea, di Italia e di società alternativa. Sta a noi dare voce a chi non ce l’ha e proporre e far risaltare il bello della Vita». 

È vero che questa audizione starebbe aprendo la strada ad una nuova risoluzione per liberalizzare ulteriormente l’aborto in Europa?

«Da un hearing a una risoluzione, a decisioni vincolanti, di strada ne passa. È vero che questo evento qualche motivo lo ha avuto e sicuramente il percorso che alcuni vorrebbero intraprendere è quello. Anche in tempi di Covid, quando le priorità dovrebbero essere altre, non mancano mai votazioni o proposte sul tema, come richieste di condanna per chi pensa più a tutelare la vita che a spegnerla. Questa è un’ulteriore prova della matrice ideologica di determinate proposte, non realmente orientata al bene concreto delle persone».

Lei è una convinta pro-life e ha sempre denunciato le fughe in avanti della UE su aborto e politiche lgbt: quali ritiene siano le vere violenze sulle donne, che i vostri avversari politici e gran parte della stampa mondiale tendono a ignorare?

«Tutti parlano di scelta. Pochi, però, praticamente nessuno, intendono veramente questo. Quando devo fare una scelta io ho almeno due opzioni tra cui scegliere. Eppure, di solito, chi ne parla, la intende a senso unico e valuta solo la scelta abortiva. Non si parla mai di garantire la scelta della vita. Sotto diversi profili, economico, sociale e psicologico, si potrebbe e si dovrebbe fare molto. Per non parlare della dimensione culturale e educativa. Queste sono mancanze notevoli che molti tendono a ignorare. Nel parlare di violenza sulle donne mi piacerebbe sentire la stessa veemenza che si usa contro le associazioni pro-life quando si parla di pratiche realmente violente come l’infibulazione o i matrimoni imposti alle bambine. Si tratta infatti di usi ancora messi in pratica in diversi paesi di matrice islamica. Purtroppo, ordinariamente, dalle medesime realtà progressiste l’unica cosa che si sente su questi temi è un rumorosissimo silenzio».

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.