Uomo, donna, X. Questo quanto stabilito dalla Corte Suprema australiana per la quale lo Stato dovrà d’ora in poi garantire e riconoscere chi non si sente di identificarsi in nessuno dei due sessi.
La battaglia è stata intrapresa da Norrie May Welby, 52nne nato uomo, operato per diventare donna ma, dopo aver interrotto le cure ormonali, persona che è rimasta in un limbo mediano tra il sesso con cui è nato e quello a cui ambiva arrivare.
Grandi problemi si sono venuti a creare presso l’Ufficio Anagrafe del comune di residenza che, dopo tanto peregrinare, aveva convenuto di inserire nel campo “sesso” l’indicazione “non precisato”.
Ma la Corte Suprema è andata ben oltre, imponendo l’istituzione di una terza via, un terzo sesso, cosiddetto “neutrale”.
“La gente dovrebbe poter partecipare alla vita sociale fuori da etichette e discriminazioni”, ha affermato Norrie appena venuto/a a conoscenza della sentenza che gli/le permetteva di identificarsi come meglio gli aggrada, con il sesso neutro.
Scontato il giubilo delle associazioni di categoria. “Vi sono persone con identità di genere non binaria che hanno diritto di essere riconosciute legalmente” commenta Sam Rutheford di “A Gender Agenda”.
Redazione