Il professore australiano e storico sostenitore della pornografia Alan McKee ha scritto un recente post sul suo blog riguardo al tema del – udite udite - miglior porno per i giovani.
Nel suo articolo di ‘Sex School’, intitolato "Quali tipi di pornografia sono sani per i giovani?”, McKee sostiene che è opportuno che gli adulti diano agli adolescenti l'accesso al miglior porno on line per poter rispondere alle loro domande sulla sessualità.
McKee scrive che «con la crescente disponibilità e gamma di pornografia disponibile, è importante che facciamo tutto il possibile per aiutare i giovani a diventare alfabetizzati al porno e a identificare la pornografia che li aiuterà a crescere come adulti sessualmente sani e felici».
«Ho lavorato con i colleghi della Facoltà di Salute dell'Università di Tecnologia di Sydney - scrive - per chiedere a un gruppo di esperti di tutto il mondo cosa rende la pornografia sana per i giovani. Abbiamo parlato con persone di diversa provenienza: educatori sessuali, ricercatori di pornografia, produttori di pornografia, esperti di sviluppo adolescenziale ed esperti di salute sessuale, per un totale di trenta esperti. Abbiamo chiesto loro quali criteri userebbero per decidere cosa conta come pornografia sana…».
Il dibattito si è aperto in Australia, anche se l'UNICEF ha più volte dichiarato che «il contenuto pornografico può danneggiare i bambini. L'esposizione alla pornografia in giovane età può portare a cattiva salute mentale, sessismo e oggettivazione, violenza sessuale e altri risultati negativi».
McKee è professore di Media Digitali e Sociali nella Facoltà di Arti e Scienze Sociali dell'Università di Tecnologia di Sydney, dove ha pubblicato saggi sullo sviluppo sessuale sano e sull'educazione all'intrattenimento per una sessualità sana.
Gli esperti ingaggiati in questa battaglia di “pornificazione” e iper sessualizzazione dell’adolescenza suggeriscono che ci sono sei elementi chiave per un buon porno per i giovani. In primo luogo, filmati pieni zeppi di «pratiche e piaceri sessuali» con una diversità di personaggi di etnie diverse, che però non dovrebbero essere sfruttati ma ben retribuiti.
Il porno, dicono gli “esperti”, dovrebbe mostrare la «negoziazione del consenso sullo schermo», compresa la «dichiarazione esplicita dei desideri sessuali» di coloro che vengono mostrati nei video.
Anche il controllo delle nascite e i materiali per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili dovrebbero essere visibili nei filmati che, tra l’altro, gli adulti dovrebbero far conoscere in gran quantità e su diversi canali porno ai propri figli.
Per McKee ed il suo team di esperti, dunque, la vera domanda per quanto riguarda il «sano sviluppo sessuale» riguarda «la comunicazione sessuale, il piacere sessuale, la capacità di praticare il consenso sessuale, l'accettazione della propria identità sessuale e così via», a qualunque età, meglio precocemente.
L’Australia, quindi, rischia una deriva a favore dell’ipersessualizzazione altamente pericolosa, con delle conseguenze future per la mente e i comportamenti dei giovani difficilmente immaginabili ma dai sicuri risvolto drammatici.