01/02/2022 di Luca Volontè

Bambina tenta suicidio a scuola dopo tentativo di farle cambiare sesso

In una scuola in Florida si è andato oltre l’immaginabile nelle violenze “gender” contro i bambini. I funzionari scolastici, infatti, sono sospettati di aver organizzato "riunioni segrete sulla confusione dell'identità di genere", senza comunicarlo ai genitori. Il tutto è andato oltre fino a quando una bimba della scuola elementare, confusa e in panico, ha tentato il suicidio.

Su questo episodio gravissimo, figlio dell’indecente e violenta campagna di transessualizzazione dei bambini, i genitori della piccola hanno intentato una causa federale contro la scuola, sostenuti dall’organizzazione in difesa dei diritti dei genitori in ambito educativo e scolastico “Child & Parental Rights Campaign”. Come riportato da ‘Action News’, a Jacksonville, in Florida, la bambina frequentava la scuola di Clay County, ed è stato solo dopo che i suoi genitori hanno ricevuto una telefonata dalla scuola che li informava del tentativo di suicidio della figlia, che hanno capito delle "riunioni segrete" e dei problemi di identità di genere della piccola.

“Ha provato ad impiccarsi in uno dei bagni della scuola", ha detto il padre. I dirigenti scolastici hanno incoraggiato gli studenti e il personale a riferirsi alla studentessa dodicenne come a un ragazzo e hanno anche dato alla giovane ragazza un nuovo nome, il tutto in segreto dai genitori, così come si sostiene nella denuncia presentata dalla famiglia. Successivamente, il consulente ha detto all’uomo che sua figlia non voleva parlare dei problemi di identità di genere a casa perché la sua famiglia è cattolica. "Mi sono offeso", ha detto il padre, "perché non c'entrava niente. Non so nemmeno se questo consulente scolastico capisca la nostra fede. Questo signore ha dimostrato di essere ignorante in materia. La nostra fede è quella dell'amore incondizionato per i nostri figli".

L'avvocato della famiglia, Vernadette Broyles, ha detto che la causa intentata ha una valore importantissimo per "proteggere i diritti dei genitori di poter crescere i loro figli, di dirigere la cura del bambino, in accordo con la loro fede e senza l'interferenza di funzionari governativi. Tra l’altro la scelta della scuola di far partecipare la bimba ad incontri di ri-orientamento sessuale e di genere è una grave decisione che il personale scolastico non è qualificato a compiere, non è competente e non è autorizzato a prendere", ha detto Broyles.

"I genitori – ha aggiunto - devono essere coinvolti in queste importanti decisioni". Le scuole della contea di Clay hanno risposto con una dichiarazione scritta, dicendo che hanno eseguito una loro indagine dalla quale non risulterebbero fondate le accuse alla scuola. Gli attivisti LGBTQ+ sostengono che i genitori degli studenti non dovrebbero essere informati della loro identità di genere o della confusione o delle preoccupazioni di orientamento sessuale. Nel frattempo, una proposta di legge dello Stato della Florida sta avanzando verso la sua approvazione e vuole proibire alle scuole di nascondere ai genitori informazioni sul benessere di un bambino. Il disegno di legge frenerebbe le conversazioni tra funzionari scolastici, insegnanti e studenti sull'identità di genere e l'orientamento sessuale.

Il testo è già stato approvato dalla Commissione alla Camera della Florida, mentre un disegno di legge simile si fa strada al Senato. Il ‘Parental Rights in Education Bill’, questo il nome della proposta,   permetterebbe dunque ai genitori di fare causa per danni nel caso in cui questi temi vengano illustrati e discussi in classe. Con esso si rafforzerebbero le procedure per il rispetto del diritto fondamentale dei genitori di prendere decisioni riguardanti l'educazione e il benessere dei loro figli.

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