Un aggiornamento sui bambini svedesi che potrebbe interessare chi a Torino si preoccupa dell’asilo nido gender neutral di cui parlavamo qui.
In Svezia molte scuole dell’infanzia, finanziate dal governo, insegnano ai bambini a rifiutare le loro naturali inclinazioni verso attività maschili o femminili, indirizzandoli espressamente verso attività solitamente associate al sesso opposto. Questo – secondo loro – vuol dire “decostruire gli stereotipi gender“. Questo – a nostro parere – è far violenza alle naturali inclinazioni dei bambini.
Dal 1998 i programmi ministeriali svedesi chiedono agli insegnanti di “contrastare i tradizionali ruoli di genere e modelli di genere” e molti bambini svedesi iniziano a subirli da quando hanno solo un anno.
Le scuole usano una varietà di tecniche per eliminare gli stereotipi di genere: impediscono ai bambini di giocare solo con compagni dello stesso sesso, i maschietti vengono mandati a giocare in cucina, le bambine vengono istruite a gridare a squarciagola «No!».
Se qualcuno si rifiuta di fare qualche gioco “gender” entrano in campo gli “specialisti di genere”, personale “specializzato” che prende da parte i bambini che si rifiutano di dipingere o ballare, o di disegnare del trucco su occhi e bocca delle figure che vengono loro consegnate e li... psicanalizza...
I bambini sono invitati a indossare la gonna e gli insegnanti celebrano le bambine quando diventano meno femminili.
Un bambino di otto anni di nome Otto non ha mai sentito nessuno, compresi i suoi nonni, o le baby sitter, o i suoi compagni dire che i maschi non indossano la gonna. Sua madre ne è felice e vorrebbe che questo continuasse il più a lungo possibile.
Un insegnante ha celebrato come una conquista il fatto che, a seguito delle loro lezioni, una bambina “molto femminile” si è trasformata in un tipo sfacciata e provocatoria in casa, della quale i genitori si sono lamentati.
Il sovvertimento antropologico e la decostruzione dell’identità sessuata degli individui comporterà un radicale cambiamento della società, che renderà i governi molto più potenti, secondo la giornalista ed ex analista dell’intelligence americana Stella Morabito.
L’abolizione delle distinzioni di sesso comporta l’abolizione del riconoscimento statale dei legami familiari biologici e lo Stato può consolidare il suo potere d’imperio su individui soli, sradicati dal corpo intermedio fondamentale per la loro crescita sicura e armoniosa: la famiglia.
L’identità di marito o moglie, madre o padre, figlia o figlio, è un’identità sessuata. Un sistema che non riconosce più il maschio e la femmina sarà libero di ignorare la parentela: sarà lo Stato a decidere chi, e in che ruolo, dovrà educare i bambini. Chiunque può essere tutore legale, se lo Stato decide che è nel “miglior interesse” del bambino. Il legame madre-figlio, padre-figlio sarà definitivamente reciso.
In uno scenario del genere, lo stato controlla tutte le relazioni personali. La famiglia biologica cesserebbe di essere considerata.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews