È stata approvata all’unanimità, in commissione Trasporti alla Camera, in sede deliberante, la proposta cosiddetta “Salva bebè” a firma di Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia: un provvedimento preso alla luce delle morti di ben otto bambini negli ultimi dieci anni, in quanto dimenticati sui seggiolini della macchina. Ora il provvedimento passa al Senato per l’approvazione definitiva.
La proposta “Salva bebè”, che interessa tutti i bambini sotto i 4 anni, pare diventerà obbligatoria a decorrere da gennaio 2019 e prevede che i nuovi seggiolini siano dotati di un dispositivo acustico che suoni se le macchine vengono chiuse con i bambini all’interno che, è vero, è un evento raro, ma che può accadere a chiunque.
Giorgia Meloni non nasconde la soddisfazione per il risultato conseguito: «È un grande onore per me – riporta Il Giornale – dare il nome a una legge che salverà i bambini da un fenomeno, quello della distrazione genitoriale, che purtroppo colpisce tutte le società. Se questa legge riuscirà a salvare anche solo un bambino sarà la mia soddisfazione più grande come parlamentare della Repubblica. Ringrazio tutti i colleghi per aver contribuito con un voto all’unanimità a deliberare su questo argomento tanto delicato».
Con questa modifica del Codice stradale, interessante e utile per salvare piccole vite, l’Italia si dimostra essere in avanti rispetto al resto d’Europa. Tuttavia, sarà importante vedere come la proposta della Meloni si tradurrà nella pratica: da un lato, infatti, non va negato il fatto che nel belpaese il rispetto delle regole è molto diversificato, con regioni dove l’uso di cinture, seggiolini e altri dispositivi di protezione della vita non è ancora – purtroppo – una prassi consolidata; dall’altra, è importante che questo provvedimento gravi il meno possibile sulle famiglie italiane, già economicamente provate dalla quotidianità e magari con più di un figlio piccolo e quindi potenzialmente costrette a un esborso ingente; infine, il rischio che si generino speculazioni sulla vendita di seggiolini, è dietro l’angolo, per cui sarà necessario monitorare la situazione con attenzione.
Rispetto a questi ultimi due aspetti, ad ogni modo, confronta sapere che sono già allo studio degli incentivi per venire incontro all’acquisto dei dispositivi: vediamo se l’Italia saprà stare accanto ai bambini anche a livello concreto, oltre che a parole.
Giulia Tanel