Si è celebrata ieri la Giornata Internazionale dei Bambini scomparsi. Un fenomeno drammatico che solo lo scorso anno ha visto oltre 8mila denunce in Italia. Come denunciato da Telefono Azzurro, infatti, ben 5.376 denunce riguardavano minori stranieri, mentre 2.955 sono stati i bambini italiani. Pro Vita & Famiglia, sull’argomento, ha intervistato don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter onlus.
Un suo commento sulla Giornata che si è celebrata ieri, ma che dovrebbe smuovere le coscienze ogni giorno.
«Esattamente, perché parlare nel 2020 di bambini scomparsi è davvero qualcosa di drammatico. Pensare che dei minori, purtroppo molti, diventano evanescenti, non si sa che fine abbiano fatto, come e perché in una società “evoluta”, democratica e moderna come la nostra è assurdo. Da quello che si sa, come anche Meter ha appurato, si tratta principalmente di sparizioni legate al traffico di organi, di essere umani o anche per lo sfruttamento di pedofilia e prostituzione e per le adozioni illecite. Un bambino scomparso diventa un bambino invisibile e quindi come se non esistesse, questo è molto drammatico».
Dal punto di vista politico cosa possono fare le istituzioni, i governi?
«Se davvero la politica è la più alta forma di amore e di carità come diceva san Paolo VI, allora la stessa politica deve mettere in primo piano, nella sua agenda, questa questione. Ad oggi ci sono già leggi, convenzioni, protocolli, articoli di leggi che si occupano di questo, ma ci vuole soprattutto – e forse ancora non c’è del tutto – una sensibilità diffusa della politica, affinché questo tema diventi davvero prioritario. Il problema non è non avere leggi, ma sta nel fatto di non aver un vero coordinamento tra le tantissime istituzioni e forze dell’ordine esistenti. Lo sappiamo benissimo che esiste questa piaga e che i bambini sono sfruttati per fare business. Ma dobbiamo renderci conto che “celebrare” una Giornata per i bambini scomparsi non significa solo sensibilizzare, ma significa anche avere vergogna di ciò, perché una Giornata del genere non dovrebbe neanche avere ragione di esistere.
Invece qual è il ruolo delle associazioni, delle realtà di solidarietà?
«Innanzitutto le varie associazioni che si occupano di ciò dovrebbero capire che al di là dei propri statuti ci dovrebbe essere la difesa dei bambini sempre e comunque. Ci sono associazioni che vorrebbero difendere i bambini scomparsi o abusati e poi però sono a favore dell’aborto. Ovviamente è sempre una buona cosa avere più realtà e una pluralità di associazioni, ma si dovrebbe avere anche una comunione di intenti e venirsi incontro anche al di là di altre finalità che ci sono».