Nei giorni scorsi l’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco) ha dato il suo assenso all’inserimento della triptorelina, per i bambini che vogliono “cambiare sesso”, tra i medicinali a carico del Ssn.
Il farmaco finora si è usato per curare il cancro alla prostata o alla mammella o per determinati problemi ormonali.
Per il suo potere di inibire la secrezione ipofisaria delle gonadotropine quali l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH), la triptorelina può ritardare lo sviluppo puberale dei bambini che soffrono di disforia di genere e che quindi non accettano il sesso che la natura gli ha dato. Ritardando lo sviluppo, possono allora sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso che risultarà più facile, dato che il malcapitato paziente non ha ancora caratteri sessuali ben definiti.
L’Aifa fa gli interessi dei bambini? Dei transgender?
I nostri Lettori sanno bene quanto la prospettiva di “cambiamento del sesso” sia un’illusione ai danni delle persone con disforia di genere e a vantaggio esclusivo delle case farmaceutiche e delle cliniche specializzate in mutilazioni e ricostruzioni genitali. Le testimonianze in tal senso dall’estero sono agghiaccianti.
L’inganno e la violenza sono ancor più gravi se perpetrati ai danni dei bambini e degli adolescenti. E anche di questo chi non si lascia accecare dall’ideologia si può ben renedere conto.
Purtroppo, però l’ideologia impera. E l’ideologia gender in particolare fa il gioco degli sfruttatori e degli pseudo scienziati alla John Money.
L’Aifa di ideologia ne sa qualcosa, visto che ha approvato il bugiardino bugiardo che nega l’effetto abortivo dei cosiddetti “contraccettivi” d’emergenza. Questa delibera è perfettamente coerente...
I bambini italiani, come i bambini inglesi?
In Italia già dal 2013, al Careggi di Firenze i bambini con disforia di genere potevano cominciare l’iter per il cambiamento di sesso con gli inibitori della pubertà, come la triptorelina. Ora che l’Aifa ha dichiarato utilizzabile anche questo farmaco a spese dei contribuenti probabilmente la pratica si diffonderà più agevolmente.
Nel Regno Unito, nel 2010 erano stati contati 97 casi di bambini con disforia di genere; 1.013 i casi registrati in soli nove mesi del2015: potenza dell’ideologia. I medici britannici sono preoccupati. “Meno male”, diremmo, se non fosse che la loro preoccupazione è squisitamente economica, perché – pare – il Ssn inglese non ce la fa a sostenere gli ingenti costi. Figuriamoci il nostro Ssn...
... E gli effetti collaterali?
Peccato che nessuno parli degli effetti collaterali (basta guardare qui, o qua: aumento del rischio di ictus o di gravi problemi cardiaci, può aumentare i livelli di zuccheri nel sangue e, in rari casi, portare ad apoplessia pituitaria. Inoltre può causare: costipazione, problemi nella sfera sessuale, diarrea, capogiri, mal di testa, vampate, perdita dell’appetito, nausea, insonnia, fastidi allo stomaco, stanchezza o debolezza, vomito, tanto per elencarne alcuni. E sono effetti riscontrati su soggetti adulti. Sui ragazzini saranno amplificati?
... E la vis sanatrix naturae?
Peccato che nessuno dica che nel 90% dei casi i bambini con disforia di genere guariscono da sé, recuperano spontaneamnete e naturalmente l’accettazione del proprio sesso biologico proprio con quella pubertà che questi medicinali, invece, non fanno arrivare mai...
Francesca Romana Poleggi
Fonte: Quotidiano Sanità