Il Regno Unito sta per creare il primo bambino con il DNA di tre genitori.
La tecnica, soprannominata ‘3-parent embryo’, è già legale nel Regno Unito, ma ad oggi solo in Messico è stata praticata, con il risultato della nascita, all’inizio di questo autunno, del primo bambino con il DNA di un padre e due madri.
Ed ora anche al Centro di Fertilità di Newcastle nel Regno Unito è già tutto pronto per creare il primo bambino “libero dalla malattia mitocondriale”. Si sta solo aspettando il nulla osta dall’organo che regolamenta e valuta eticamente le pratiche di fecondazione in vitro, di inseminazione artificiale e di donazione di ovuli, sperma ed embrioni, cioè la Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA).
Ma questo organo non ha proprio nulla di etico. Ogni pratica che riguarda la riproduzione umana e la manipolazione di embrioni, ossia la vita umana al suo inizio, viene sempre accolta a braccia aperte senza discussioni sulla sua eticità.
Forse non dobbiamo essere troppo sorpresi se la patria di Francis Galton, promotore due secoli fa delle prime idee eugenetiche di selezione dei migliori, oggi accolga con entusiasmo qualsiasi tecnica genetica che promette di far nascere un bambino senza difetti.
Gli scienziati stessi ammettono di non saper prevedere gli effetti a lungo termine di questa manipolazione genetica per evitare la malattia mitocondriale. Studi recenti americani e inglesi hanno mostrato che questo mescolamento del DNA di tre persone può portare ad una ‘reversione’ delle cellule e che il bambino potrebbe comunque contrarre la malattia genetica. Un altro studio dell’Oregon Health & Science University pubblicato su Nature ha mostrato che nel 15% dei casi i mitocondri difettosi della madre rimbalzano comunque nelle cellule dell’embrione. Nessuno sa dare spiegazioni del perché ciò accada.
Malgrado questo il Regno Unito è pronto a dare l’OK alla pratica. Gli specialisti di Newcastle hanno già selezionato i pazienti adatti ad essere sottoposti alla pratica. Questi pazienti altri non sono che donne disposte a ‘donare’ i loro mitocondri, cioè delle specie di minuscole strutture contenenti DNA che forniscono energia all’interno delle cellule uovo. 1 su 10,000 bambini è infatti affetto dalla malattia del mitocondrio che si passa da madre a figlio e che può provocare dei danni progressivi al cervello, alla muscolatura, al cuore e al fegato.
Ma se ci si ferma un attimo a pensare prima di esultare per questa apparentemente incredibile scoperta, si arriverà a considerare diverse cose.
Primo: questa tecnica non è una vera cura per la malattia mitocondriale, perché semplicemente viene creato un bambino ex novo. Secondo: la pratica spalanca la porta alla manipolazione genetica degli embrioni. Perché già che si ha l’embrione davanti non si possono fare altre due o tre correzioni? Cosa ci ferma?
Terzo: la tecnica ‘3-parent embryo’ è un’altra occasione di sfruttamento del corpo femminile, non tanto lontana dall’utero in affitto. La famosa ‘donatrice’ di mitocondrio è una donna disposta a farsi estrarre i suoi ovuli dopo essersi sottoposta a iniezioni ormonali non di certo salutari.
Quarto: il Regno Unito non ha un vero comitato etico, costruito con sistemi democratici, che valuti le proposte scientifiche in questo campo. L’HFEA che regola tutto ciò che concerne la fertilità umana e la manipolazione degli embrioni, raramente mette in discussione l’eticità delle nuove proposte.
Nel Regno Unito in questo campo si è deciso che è etico tutto ciò che è scientificamente possibile, con poca considerazione per le conseguenze.
Laura Gotti Tedeschi
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