Come un adulto era bambino e sarà anziano restando sempre la stessa persona, così egli era zigote, morula, blastocisti, embrione , feto , neonato...
Quando uno spermatozoo feconda un ovocita, si forma una nuova cellula, chiamata zigote, il primo stadio nella vita di un essere umano. Questa cellula, se tutto va bene, si sviluppa attraverso la fase embrionale (prime otto settimane) e fetale (dall’ottava settimana fino alla nascita) e poi attraverso l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e la “terza età”.
Quattro caratteristiche che il nascituro possiede fin dal primo istante in cu si forma lo zigote sono importanti:
Autonomia.
Il bambino – anche al primissiomo stadio di esistenza – ha un DNA e un corpo distinti da sua madre e suo padre. Sviluppa in modo organizzato tutti i suoi organi: è lui, come un piccolo “direttore d’orchestra”, che gestisce il tutto. La madre gli offre nutrimento e protezione. E a pensarci bene continuerà a farlo anche per molti anni dopo che sarà nato.
Vita.
Lo zigote cresce riproducendo e moltiplicando le proprie cellule. Trasforma le sostanze nutritive in energia attraverso il metabolismo. E risponde agli stimoli: è vita sotto tutti i punti di vista.
Umanità.
Il nascituro ha il codice genetico della specie umana. Del resto, proviene da genitori umani, e gli esseri umani possono generare solo altri umani.
Organismo.
Lo zigote è già un organismo (non un semplice organo o un ammasso di tessuto), un individuo le cui parti lavorano insieme per il bene del tutto. Guidato da un codice genetico completo (46 cromosomi), ha bisogno solo del giusto ambiente e nutrimento per svilupparsi attraverso le diverse fasi della vita (prima e dopo la nascita) come membro della specie umana.
Questi sono fatti. Dati reali, riconosciuti dalla scienza (embriologia e biologia dello sviluppo).
«Lo sviluppo umano inizia dalla fecondazione quando lo spermatozoo si fonde con un ovocita per formare una nuova singola cellula, lo zigote», spiega il manuale The Developing Human: Embriologia orientata clinicamente. «Questa cellula altamente specializzata e totipotente segna l’inizio di ognuno di noi come un individuo unico».
«Lo sviluppo di un essere umano inizia con la fecondazione – osserva Langman’s Medical Embriology – un processo mediante il quale lo spermatozoo dal maschio e l’ovocita dalla femmina si uniscono per dar vita a un nuovo organismo, lo zigote».
Obiezioni
La vita è continua
Alcune persone dicono che anche lo sperma e l’uovo sono vivi. Vero. In effetti, la vita, in senso lato, è continua (si estende fino all’inizio della vita sulla Terra). Quindi non è in questo senso che la vita “inizia” al momento del concepimento. E’ la vita di un singolo essere umano che non è continua. Ha un inizio e una fine. L’inizio è chiamato concepimento, la fin è la morte (con la conseguente decomposizione). Spiega il manuale Embryology & Teratology, «La fecondazione ... è un punto di riferimento fondamentale perché, in circostanze ordinarie, si forma un nuovo organismo umano geneticamente distinto». Un “originale”, un “pezzo unico” e irripetibile.
Lo spermatozoo, l’ovulo e tutte le altre cellule del corpo umano sono cellule vive. Sono cellule che in laboratorio – in alcuni casi – possono anche riprodursi: ma formano “ammassi di cellule“: la pelle resta pelle, per esempio. Lo zigote invece si sviluppa e sviluppa pelle, ossa, sangue, nervi...
Lo zigote è un intero organismo – un singolo membro della specie: mentre le cellule del corpo umano sono sono semplici parti dell’essere vivente. Quindi lo zigote non solo “ha” vita e umanità come attributi, ma “è” vita e umanità in senso sostanziale. Nessuno di noi è mai stato un rene o una cellula della pelle o uno spermatozoo. Ma ognuno di noi è stato uno zigote.
Mancanza di unità?
Alcuni dicono che le cellule di un embrione non sono sufficientemente unificate perché possa essere considerato come un essere umano individuale. L’embrione, dicono, è più simile a una massa, a un grumo di cellule.
Ma lo zigote, o la morula – che è composta da più cellule che si moltiplicano esponenzialmente – già mostra chiaramente le caratteristiche comportamentali di un organismo auto-integrato e auto-diretto piuttosto che un semplice grumo di cellule. Ecco perché da essa si sviluppano tessuti e organi diversi.
«Dal momento della fusione dello spermatozoo con l’uovo – scrive l’embriologo Maureen L. Condic, dell’Università dello Utah – uno zigote umano agisce come un tutto completo, agisce in modo orchestrato per generare le strutture e le relazioni necessarie per continuare a svilupparsi verso il suo stato maturo».
Gemelli
Entro i 14 giorni dopo il concepimento, alcuni embrioni si dividono in due gemelli identici. Pertanto, prima di questo momento non erano individui.
Ma il fatto che un organismo possa dare origine a due individui non significa che non sia un organismo individuale. Un verme piatto, osserva Patrick Lee, può essere tagliato per produrre due vermi piatti separati, e ciò non significa che un verme piatto non sia un verme piatto. Gli embrioni umani, allo stesso modo, sono organismi unitari e individuali anche se in seguito si possono sdoppiare.
Parallelo con la morte cerebrale
La cessazione irreversibile delle funzioni cerebrali indica la morte di un essere umano. Alcuni sostengono, quindi, che la vita di un essere umano non può iniziare finché non inizia l’attività cerebrale.
A parte il fatto che ci sono parecchi problemi in pratica nel definire la morte cerebrale, che non è questo il luogo di approfondire, la ragione per cui la morte cerebrale è considerata la fine dell’individuo è che il corpo non può più funzionare come un tutto integrato, anche se alcune cellule e tessuti sono ancora vivi. Il cervello, negli adulti è essenziale per questo scopo. Invece, prima dello sviluppo del cervello, lo zigote funziona comunque come un organismo e dirige la propria crescita (compreso lo sviluppo del cervello).
Quindi, mentre un paziente cerebralmente morto è un cadavere, un embrione è un individuo che vive e cresce.
Scienza e morale
Molti di coloro che dicono che lo zigote non è “umano” non se la sentono di negare il dato scientifico. Quindi si pongono dal punto di vista etico (filosofico o religioso) perché sostengono che quell’esserino non ha valore o non ha diritti umani. Vuol dire che il piccoletto non ha ancora certe caratteristiche , per es. l’autocoscienza, o l’apparenza fisica, che rendono “umana” una persona.
Insomma: allo stadio embrionale l’essere umano è un essere umano, ma non è una persona, quindi non ha diritti e non ha diritto a vivere.
Quindi, il problema di fondo è: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzioni di sesso, razza, lingua... » ed età, oppure no?
Gli abortisti sono evidentemente per il no. Ma, allora, chi decide da quando – e fino a quando – un essere umano è una persona? Per quale motivo un neonato è persona e un’ora prima di nascere non lo è?
Perché lo stabilisce la legge? Ma la legge (art.1, secondo comma, cod. civ.) “riconosce” anche i diritti del concepito, se nasce.
La verità è che ogni essere umano è persona e come tale deve essere considerato. Altrimenti si aprono scenari da incubo, da far impallidire persino Adolfo Hitler.
Francesca Romana Poleggi
Fonte: LifeNews
Articolo pubblicato sulla rivista Notizie ProVita, numero 61, marzo 2018
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto