13/07/2023

Bergamo. Carriera Alias e indottrinamento sbarcano all’istituto Mamoli

Il rinomato Istituto ISIS “Mariagrazia Mamoli” di Bergamo si avvia a passi da gigante verso un permissivismo totale mascherato da inclusione. Partendo dal concetto di “accoglienza”, sicuramente condivisibile, e abbagliato dalla possibilità di essere una scuola all’avanguardia, finisce per accettare tutto e per proporre modelli educativi ambigui e confusivi. A farne le spese è l’identità dei ragazzi in un’età già di per sé critica e piena di incertezze. 

Pro Vita & Famiglia, a tal proposito, è venuta a conoscenza - tramite le segnalazioni di genitori indignati, che riportiamo qui di seguito - che già lo scorso maggio il Consiglio di Istituto ha deliberato il Regolamento “carriera alias” per studentesse e studenti transgender.

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Per “carriera alias” si intende la possibilità per alunni o studenti di essere trattati in base all’identità di genere auto percepita e non al sesso biologico: in registri, elenchi e documento scolastici si sostituisce il nome anagrafico con quello scelto per la nuova identità di genere. Bagni e spogliatoi sono quindi utilizzati in base al sesso percepito e non al sesso biologico, cosa che peraltro avviene già nell'adiacente "Istituto Caniana", anche se lì la "carriera alias" non è stata ancora ufficializzata.

La scuola, dunque, può attivare la “carriera alias”, per chiamare per esempio con un nome femminile un maschio che “si sente femmina”, senza nemmeno informare i genitori e senza alcuna diagnosi medica di disforia di genere. La cosa è tanto più grave in quanto questo si aggiunge alla presenza nell’istituto di educatori transgender che, durante il proprio orario di lavoro, non risparmiano i ragazzi da commenti e da informazioni sulla propria vita personale, sui propri gusti sessuali e abitudini varie.

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Tutto questo senza la supervisione degli insegnanti o meglio con il silenzio del corpo docente che in alcune situazioni si fa promotore diretto e veicolo di tali ideologie! Inascoltate le voci di alcuni genitori per avere spiegazioni in merito dopo i racconti che i ragazzi hanno riportato a casa. Ci sarebbe da chiedersi se il modello di scuola a cui si guarda è quello dell'inclusione o quello dell’indottrinamento.

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