«Discriminati, censurati e senza la possibilità di rappresentare e difendere i diritti delle donne. E’ così che, per quanto si è appreso da organi di stampa, rappresentanti del partito Democratico ed esponenti di “Non una di Meno” vogliono escludere Pro Vita & Famiglia dal Consiglio delle Donne di Bergamo. Una pagina nera per la democrazia della città quanto avvenuto durante il Consiglio di ieri. Proprio i paladini dei diritti e della libertà (i “democratici”) si dimostrano intolleranti al pluralismo e al confronto, mettendo in atto una vera e propria censura politica che non lede soltanto noi e i nostri diritti, ma soprattutto quelli di migliaia di donne e famiglie. Siamo sorpresi e sconcertati da questa presa di posizione, appunto appresa solo da organi di stampa e non comunicata per le vie ufficiali, che estromette un’associazione come la nostra la quale, come le altre già presenti in Consiglio, ha tutto il diritto di avere una propria rappresentante all’interno di un organo cittadino così importante per il bene delle donne. Evidentemente l’unico pensiero che il Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo accetta e ammette nel proprio consesso è quello dominante, mostrandosi tra l’altro del tutto indifferente rispetto alle donne che si trovano ad affrontare gravidanze difficili o indesiderate, alle quali tollera che si offra, quale l’unica soluzione, quella drammatica dell’aborto, senza dare alternative. Dopo avere attentamente valutato la legittimità della decisione assunta, continueremo in ogni sede le nostre battaglie in difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa delle famiglie».Così Anna Marinelli, referente territoriale di Bergamo di Pro Vita & Famiglia Onlus.