“Various Voices”, ovvero voci varie. Ma di vario sembra esserci ben poco se si tiene un evento, con il patrocinio del Comune, che riguarda il Festival europeo dei cori Lgbtqia+ e che si è tenuto a Bologna dal 14 al 18 giugno.
La questione è stata sollevata e denunciata - e bene ha fatto - da Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega nel Consiglio Comunale di Bologna: «Il Various Voices è un evento per cori Lgbt che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione e una quantità inverosimile di spazi, piazze e pubblicità da parte delle istituzioni. Sono molto critico a riguardo: perché un coro deve essere qualificato in base all’orientamento sessuale o alle posizioni politiche di coloro che vi appartengono? Da quando l’arte dipende dall’aderire o meno a certe ideologie? È assurdo. Gli artisti vanno valutati in base alle loro capacità, così come la loro arte. Solo un’impostazione profondamente ideologizzata, che filtra la realtà sulla base di determinati preconcetti, può arrivare a partorire l’idea di un evento per cori Lgbt. Figuratevi cosa succederebbe se si facesse un evento per cori eterosessuali: ci sarebbe una sollevazione popolare, per le medesime ragioni che sto evidenziando ora. Per questo non ha senso dare spazi, piazze pubbliche e patrocini come hanno fatto il Comune di Bologna e la regione Emilia-Romagna. Lasciamo l’arte libera dalle catene dell’ideologia».
La manifestazione, inoltre - come dimostrano molte immagini e video, alcune che riportiamo qui di seguito - si è caratterizzata anche per dettagli al limite della blasfemia, il tutto per le strade o le piazze di Bologna.
*a cura di Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega nel Consiglio Comunale di Bologna