Bolsonaro dal 1° gennaio è il Brasile e nel suo discorso inaugurale ha dichiarato a chiare lettere che «inizierà a liberarsi dal socialismo» e dal «politicamente corretto», rompendo con le politiche promosse dai governi socialisti dei decenni passati. Nel suo discorso di insediamento prima del Congresso del Brasile, Bolsonaro ha chiesto un vero “patto nazionale” per rilanciare l’economia ma ha anche assicurato che il suo ministero dell’educazione fermerà «l’immondizia marxista» insegnata nelle scuole e nelle università, e quella ideologia del gender che tanto affligge e distrugge l’educazione in molti Paesi occidentali.
Lo stesso Bolsonaro ha nominato l’avvocatessa cristiana Damares Alves al Ministero delle donne, famiglia e diritti umani, una delle più impegnate promotrici del diritto alla vita e della famiglia naturale. Proprio su questo tema, la promozione della famiglia, la Chiesa cattolica brasiliana e Bolsonaro hanno sottoscritto un ‘patto’ a fine ottobre scorso, nel quale il Presidente del Brasile giura di impegnarsi per tutto il mandato a promuovere e sostenere il matrimonio e la famiglia. Una buona notizia dunque l’elezione di Bolsonaro: nonostante le critiche e invettive che lo colpiscono da sinistra, il presidente del Brasile si candida a emergere come uno dei leader pro vita e pro famiglia dei prossimi anni.
Luca Volontè