16/06/2020 di Manuela Antonacci

Boris Johnson e le sue misure “antigender” a difesa e protezione di donne e bambini

Il governo Johnson si sta ormai da un po’ di tempo distinguendo per i provvedimenti adottati nei confronti della comunità Lgbt.

Innanzitutto, qualche tempo fa, è stato diffuso un ordine importante, teso a modificare la legge che permette, anche ai minorenni, di essere sottoposti ai trattamenti per il cambio di sesso. Una decisione presa in seguito all’autorevole parere di medici dissenzienti, contrari a sottoporre così piccoli pazienti a pesanti cure ormonali (tra cui quelle che addirittura portano alla crescita di una vera e propria peluria sul viso delle bambine e dei seni, nei bambini) e che procurano cambiamenti, spesso dannosi, irreversibili, come l’asportazione e sostituzione degli originari organi sessuali.

Non solo, parliamo di un provvedimento preso anche in seguito alle denunce dei baby trans pentiti, i quali hanno lamentato la pressione effettuata dalle organizzazioni Lgbt per farli sottoporre a questi trattamenti, descritti come necessari ad evitare i suicidi, mentre, hanno loro stessi dichiarato, che è spesso lo scombussolamento causato dal bombardamento ormonale o gli interventi chirurgici estremamente invasivi ad aver ingenerato in loro pensieri di suicidio.

Ma non finisce qui, perché ultimamente, secondo quanto riporta il Sunday Times, Johnson avrebbe eliminato anche le misure adottate durante governo May, che consentivano alle persone transessuali di cambiare il loro certificato di nascita senza una diagnosi medica, né tanto meno, senza che fosse avvenuta la riassegnazione effettiva del sesso biologico.

Misure che avevano portato all’esplosione di casi di violenza in luoghi spesso condivisi sia dalle donne che dalle persone transessuali, donne, di fatto, solamente sulla carta, con tutte le conseguenze del caso. Infatti, pare che ora il governo si stia preparando a stabilire nuove misure per proteggere gli spazi riservati esclusivamente al genere femminile (quello vero) - compresi gli spogliatoi e bagni pubblici - per impedire che vengano utilizzati da persone di sesso maschile, per quanto dicano di percepirsi come “donne”.

Un provvedimento importante contenuto in un documento che il Sunday Times dice essere “sostanzialmente pronto” e che verrà pubblicato dal ministro delle pari opportunità Liz Truss a fine di luglio, prima della pausa estiva.

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