Il presidente di ProVita Toni Brandi è stato minacciato per l’ennesima volta da un sito web omosessualista.
Ne abbiamo già parlato, facendo riferimento anche a quanto riportato dal giornalista de La Stampa Marco Tosatti.
Sullo stesso tema Brandi ha rilasciato oggi un’intervista a Radio Padania, che riportiamo in fondo.
Di fronte a chi augura la morte, il nostro presidente ribadisce la linea di tutta ProVita: noi non siamo affatto contro le persone omosessuali. A differenza di alcuni di loro, non ci sogneremmo mai, neppure lontanamente, di sperare nel loro decesso. Le accuse di certi tipi accecati dall’ideologia sono assolutamente false, e alle menzogne rispondiamo con la pacatezza e con la compassione. Però anche ricorrendo alle vie legali, perché questo clima di odio verso chiunque osi non sottomettersi all’ideologia della lobby LGBT (questa sì, la combattiamo, perché pericolosa, specie quando la si vuole imporre ai bambini) è preoccupante. E ricorda, come viene detto nell’intervista, quegli anni Settanta che credevamo di aver lasciato alle spalle, con tutto il loro carico di sangue.
Ormai basta sostenere che 2+2 fa 4 per essere bollati come omofobi. L’omofobia è divenuto il peggior crimine di cui una persona si può macchiare. Eppure – afferma il nostro presidente – l’Italia non è affatto omofoba. E a dirlo non è ProVita, ma i dati dell’Ocse, dell’Ilga e dell’Unar, ovvero enti al di sopra di ogni sospetto.
I veri omofobi sono quei pochi esponenti della lobby LGBT che pretendono di parlare in nome di tutti gli omosessuali. La loro battaglia non è per i gay, ma solo per se stessi, per conservare ed accrescere il proprio potere. L’unico scopo è puntellare e diffondere l’ideologia arcobaleno che, in quanto ideologia, non è connessa alla realtà.
Qui l’intervista:
Redazione