04/06/2019

Brasile, donna sposa se stessa: «Non c’è nessuno che amo di più di me»

È possibile essere single e, al tempo stesso, sposati? In certi casi, sì. La moda del matrimonio “sologamico”, per cui una persona convola con se stessa, sta prendendo piede un po’ in tutto il mondo.

L’ultimo episodio si registra a Belo Horizonte, in Brasile, dove la trentottenne Jussara Dutra Couto è stata protagonista di una cerimonia nuziale con tutti i crismi: addobbi, abito bianco, fiori, invitati, musica, buffet. Piccolo particolare: quando è arrivata all’altare, ad attenderla non c’era nessuno. Durante il surreale e simbolico rito, al posto dello scambio degli anelli, è stato posto un timbro sul braccio della “sposa”, recante le parole “amo me stessa”. «Sto scoprendo e amando me stessa. Non c’è nessuno che amo di più di me, così ho capito che ero così felice che volevo sposarmi», ha dichiarato la donna, secondo quanto riferito da varie testate brasiliane. La Couto è un’imprenditrice di successo, per cui viene da pensare che possa aver trovato un modo per proteggere la propria fortuna, la propria vera o presunta felicità e, probabilmente, anche il proprio patrimonio.

Sfogliando giornali e riviste di “tendenza”, Jussara Dutra Couto ha scoperto di quanto stessero diventando in le nozze “sologamiche”, in particolare in Europa, America e Australia. Effettivamente, il suo caso è probabilmente il primo in Brasile ma non in altri Paesi. In Italia, suscitò scalpore, curiosità e un pizzico di ironia, il matrimonio “sologamico” di Laura Mesi, quarantenne istruttrice di fitness di Lissone, che “sposò” se stessa nel settembre 2017. In quel frangente, il frasario rituale fu: «sì, mi voglio». Anche lì vi furono invitati, bouquet, abito bianco, damigelle e torta a più piani. Ad accompagnare all’altare la “sposa” fu il di lei fratello, inizialmente piuttosto riluttante.

Lo scambio degli anelli fu sostituito dall’esibizione di due fedi intrecciate. L’officiante fu un amico della “sposa”, con tanto di finta fascia tricolore. Per tutta la cerimonia e per il successivo viaggio di nozze (sic), la Mesi spese diecimila euro. Surrealmente, la sposa dichiarò di essere pronta ad amare se stessa «per tutta la vita» e ad accogliere i figli che «la natura vorrà donarmi» (tramite fecondazione artificiale?), puntualizzando poi che «si può vivere una fiaba anche senza principe azzurro. La mia felicità non dipenderà da lui».

Difficile dire se questa moda del matrimonio “sologamico” sia soltanto una follia passeggera o qualcosa che prenderà piede in modo stabile, andando addirittura a istituzionalizzarsi, com’è accaduto per il matrimonio omosessuale e come potrebbe accadere per il matrimonio poligamico. Sta di fatto che stupisce come, in un mondo in cui molte coppie rinunciano a sposarsi per scarsità di denaro, sia la sposa “sologamica” italiana che la sua omologa brasiliana, siano persone – per usare un eufemismo – senza particolari difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Un mondo in cui i matrimoni veri sono in forte diminuzione e in cui ad avere desiderio di sposarsi sono i single è un mondo che ha davvero del grottesco…

Luca Marcolivio

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