Una lotta sacrosanta, quella contro il bullismo, che potrebbe avere dei risvolti anche sulle questioni familiari.
Tra le novità del nuovo testo legislativo – che arriverà in Aula alla Camera dei Deputati lunedì prossimo – sarebbe previsto, infatti, come riporta Il Messaggero, che chi compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione.
La misura sarebbe infatti prevista dal nuovo testo legislativo nei casi più gravi di bullismo.
Il Tribunale per i minorenni, valutate le risultanze attestate nella relazione alla fine del percorso rieducativo del bullo e sentito lo stesso minorenne e i genitori con decreto motivato, può in via alternativa dichiarare concluso il percorso rieducativo; proseguire il percorso e il progetto; disporre l'affidamento del minorenne ai servizi sociali; oppure «disporre il collocamento del minorenne in una comunità, qualora gli interventi previsti dai numeri precedenti appaiano inadeguati».
Un dettaglio che, all’interno della Commissione Giustizia della Camera, dove è stato approvato, ha trovato il consenso dei deputati di maggioranza ma l’opposizione del centrodestra, che vede la norma come un pericolo per la situazione del bullo che, per quanto colpevole di un reato gravissimo come appunto gli atti di bullismo, non dovrebbe essere tolto alla propria famiglia.
di Salvatore Tropea