È di nuovo Natale. Di nuovo il “mondo” si affanna nella celebrazione del nulla: di un Babbo Natale sempre più grasso e malato che porta cose spesso inutili e che servono solo ad apparire.
Solo i bambini più fortunati a scuola fanno il Presepe: per essere “inclusivi” da più parti si celebra la pace, l’inverno, la natura, l’ambiente, ma guai a parlare di Gesù.
E invece quel Bambino è nato per noi, ha portato l’amore nel mondo. Tutto è cambiato con la venuta di Cristo. Lui è venuto per tutti, anche per i non credenti, e ha insegnato la pari dignità di tutti gli esseri umani creati a Sua immagine, ciascuno con le sue irripetibili specificità.
Sta a tutti noi, caro Lettore, trovare il modo di far alzare lo sguardo verso il Cielo a un mondo che ormai guarda solo alle ricchezze, alle vanità e ai piaceri materiali. Anche Seneca - non cristiano - nel suo De Brevitate Vitae ci invita a mettere bene a frutto il nostro limitato tempo sulla terra non sprecandolo in piaceri futili.
Gesù Bambino è l’incarnazione del Vero, del Bello, del Giusto, del Bene e dell’Amore, cioè di valori perfettamente condivisibili anche da chi non crede. Questi valori albergano, nonostante tutto, nei nostri cuori, nelle nostre coscienze e in questa umanità distratta e superficiale. È compito di chi crede, di ciascuno di noi, ricordare che esistono e che non possiamo vivere felici se non si perseguono con cuore sincero.
L’amore provoca amore con le testimonianze che esso dà. Per questo facciamo il Presepe, per questo, preoccupiamoci un po’ di meno di affannarci per i regali, e un po’ di più di recuperare i rapporti umani perduti, per questo proclamiamo sempre e con coraggio la Verità, e a tutti diciamo col cuore: buon santo Natale!
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