Il “buono scuola” è un significativo indice di buona volontà da parte dei politici che a parole proclamano di aver a cuore le politiche pro famiglia e per la libertà educativa. Anche piccolo sarebbe un buon inizio.
Tutti ne parlano, ma pochi in concreto lo realizzano.
Perciò, abbiamo seguito con interesse e partecipazione l’impegno dell’ On. Olimpia Tarzia, Vice Presidente Commissione V (Cultura, diritto allo studio, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili, spettacolo, sport e turismo) della Regione Lazio che, nonostante la maggioranza contraria e i mille ostacoli burocratici e procedurali che le hanno frapposto, è riuscita a far arrivare alla votazione la sua proposta di legge “Interventi per garantire la libertà di scelta educativa della famiglia “.
La Tarzia aveva già ottenuto il buono scuola per le materne, e dal lontano 2013 combatte per l’estensione del provvedimento, con una particolare attenzione – tra l’altro – all’integrazione e al sostegno degli studenti portatori di handicap.
“Quando si parla di scuola ci si dimentica sempre che il nostro sistema educativo pubblico si regge su due gambe: gli istituti statali e quelli non statali.
La libertà educativa è un principio non negoziabile e anche le scuole gestite da altri soggetti che non siano riconducibili allo Stato, fanno parte del nostro sistema di istruzione pubblica, cioè a disposizione di tutti. Le scuole paritarie svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico e accolgono chiunque richieda di iscriversi, accettandone il progetto educativo”, ha detto la Tarzia, spiegando perciò che il buono scuola non è una forma di “finanziamento” alla scuola privata, ma un mezzo per le famiglie di scegliere davvero e in libertà tra la scuola statale e la scuola gestita da soggetti privati.
Quindi il contributo che la legge vuole dare nell’ambito della parità scolastica, intende garantire il diritto di libertà di scelta educativa dei genitori, concorrendo agli oneri che gravano sulle famiglie, favorendo l’arricchimento dell’offerta a tutela del pluralismo di opinioni. La legge prevede, infatti, l’erogazione di buoni scuola finalizzati alla copertura, totale o parziale, delle spese per l’iscrizione e la frequenza ai corsi ordinari con l’intento di ridurre le disparità del gravame economico esistente.
Domani, 20 ottobre, alle 12:30, la commissione cultura della Regione Lazio voterà la legge presentata dall’on. Tarzia.
La maggioranza è ostile, perciò bisogna augurarsi che il voto non avvenga su basi ideologiche, ma su la ragionevole convenienza per il bene pubblico: lo potremo sperare dalla Regione governata da Zingaretti?
Terremo aggiornati i nostri lettori.
Redazione
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