Al sempre più corposo elenco di bufale scagliate contro il Congresso Mondiale delle Famiglie, nei giorni scorsi ha purtroppo voluto dare il suo contributo anche Carlo Calenda, esponente di punta del Pd il quale, su Twitter, ha condiviso un post con il seguente commento: «Un programma che è tutto un programma. Discriminazione, sottomissione delle donne, limitazione dei diritti e delle libertà per tutti. Altro che patrocinio ospitare questo congresso è già una vergogna nazionale».
Allegato al sentenzioso cinguettio, un programma del Congresso di Verona... falso. Ma sì, proprio così. Calenda, da molti additato come testimone della politica dei “competenti”, si è reso megafono di una clamorosa fake news non solo postando un programma bufala del convegno delle Famiglie, ma anche vaneggiando della «sottomissione delle donne» che mai nessuno tra i pro family ha teorizzato.
Sarebbe infatti interessante sapere – da quanti continuano a denunciare che al Congresso Mondiale delle Famiglie si teorizzeranno l’inferiorità e la sottomissione delle donne – qualche fonte rispetto a una simile affermazione: chi, quando, dove e perché, lo avrebbe detto o starebbe per dirlo. Una risposta che sarebbe assai difficile da fornire, probabilmente perché nessuno ha mai sostenuto tesi simili. Al contrario, tra i relatori di Verona ci sarà chi evidenzierà l’emancipazione della donna nella Storia, processo a cui proprio la vituperata cultura cristiana ha dato una spinta decisiva.
Chi lo mette bene in luce nel suo nuovo libro, La metà del cielo (La Vela 2019), è lo storico Francesco Agnoli – che interverrà, appunto, a Verona – il quale, scrivendo sul mensile Notizie ProVita n. 70, ha rimarcato come l’emancipazione della donna non sia solo cristiana in generale, ma risulti mariana in particolare. «Maria ha rovesciato ogni modello precedente», ha infatti notato Agnoli, «non solo perché, a differenza delle tradizioni antiche, non è stata succube del marito, Giuseppe (chiamato, al contrario, a servire lei e il piccolo Gesù), ma anche perché nel contempo “Vergine e Madre”: quasi a indicare alla donna cristiana le due possibilità, quella di una vita familiare e quella di una scelta religiosa, cioè di un legame diretto non con un marito e dei figli, ma con Dio stesso, senza rinunciare ad una forma di maternità di tipo spirituale (qui l’appellativo di “madre” anche per le consacrate)».
Lo stesso Medioevo, di cui il Congresso mondiale delle Famiglie sarebbe celebrazione, non fu certo ostile alle donne, come dimostra il potere anche politico avuto da donne quali Matilde di Canossa, Eleonora d’Aquitania, Bianca di Castiglia e Ildegarda di Bingen. Da qualunque parte la si prenda, insomma, il commento di Calenda sui presunti oscurantismi che sarebbero in programma nella città scaligera risulta fuori luogo e privo di fondamento. Il che dovrebbe far riflettere. Non solo sull’incauta uscita del politico progressista, ma anche sul clima di gratuita demonizzazione che – con un pericoloso crescendo di tensione – sta avvolgendo una kermesse con cui, lo si sottolinea per la centesima volta, non si vuole andare contro niente e nessuno ma solo celebrare la “cellula fondamentale della società” così come definita dalla laicissima Costituzione della Repubblica italiana.
È così difficile da capire? E perché si vuole a tutti i costi spostare l’attenzione dall’oggetto del Convegno – la famiglia, i figli, la bellezza del matrimonio – ad altre tematiche, del tutto infondate e fuori luogo? Sarebbe bello che qualcuno, magari il “competente” Calenda, chiarisse questo passaggio, se non è troppo occupato ad inveire contro qualche altra «vergogna nazionale» immaginaria.
Giuliano Guzzo