Sposare ciecamente le ideologie, soprattutto quelle che mirano all’abbattimento dell’antropocentrismo come se fosse una grande conquista di civiltà considerare l’uomo sullo stesso piano di qualunque altro essere vivente, dal filo d’erba alla formica, può portare anche a conseguenze assurde e folli, che ci fanno quasi vergognare di appartenere a quest’epoca in cui il nichilismo pare aver ridotto al niente anche la ragione.
Stiamo parlando di quanto accaduto in una delle università europee più prestigiose ovvero l’università di Cambridge, in cui c’è stata un’assurda rivolta da parte degli studenti che sono scesi addirittura in piazza e hanno dichiarato lo sciopero della fame per una motivazione che ha dell’incredibile: l’indignazione per una splendida opera del pittore fiammingo Frans Snyders, l’artista barocco più celebre del 17° secolo, che si è distinto soprattutto per la rappresentazione nelle sue opere di animali, in combattimento o in scene di caccia, di nature morte, mercati, dispense. L’opera – pietra di scandalo è infatti un dipinto di Snyders, esposto presso il Fitzwilliam Museum, legato, appunto, all' ateneo britannico, che rappresenta un macellaio davanti a diverse carcasse di volatili, selvaggina e caprioli. Il quadro è conosciuto in Gran Bretagna come "The Fowl Market" fa parte della mostra "Feast & Fast: The Art of Food in Europe, 1500-1800", dedicata alla rappresentazione del cibo e dell’alimentazione nel periodo compreso tra il 1500 e il 1800.
Ma questo a quanto pare, per i delicatissimi studenti di Cambridge è e rimane solo un dettaglio, al punto da aver richiesto la rimozione dell’opera in questione dalla mensa universitaria perché, udite, udite, avrebbe provocato disgusto negli studenti vegani.
Ecco dove arriva la pretesa dell’ideologia: piegare la realtà ai propri diktat al punto da pretendere di modificare o, peggio, cancellare persino la storia dell’arte.
Quindi che dobbiamo pensare che a Cambridge saranno bene accetti solo quadri raffiguranti germogli di soia e tofu? E dove altro si spingerà il furore ideologico? A rimuovere p. es ogni simbolo che faccia riferimento alle nostre radici giudaico cristiane, comprese chiese, sculture, quadri, spartiti musicali e quant’altro, perché manifestano semplicemente un’identità forte al tal punto da aver dato vita ad un’intera civiltà?
Perché è questo che ha in odio l’ideologia: che ci sia un popolo che abbia un’identità e delle radici salde contro le quali i suoi diktat non possono nulla. E allora ben venga denunciare questi episodi di follia collettiva che manifestano tutti i limiti di un’intera generazione non più educata a riconoscere nella realtà l’Uno, il Vero, il Buono e il Bello, categorie strutturali della realtà, al punto che, come diceva san Tommaso d’Aquino, se non si è capaci di riconoscere una cosa come vera, buona e bella significa, semplicemente, che ci si sta occupando del nulla.
di Manuela Antonacci