Le rugbiste canadesi di Alberta stanno dimostrando grande preoccupazione dopo la decisione, presa a maggio scorso da parte dei dirigenti del Clansmen Rugby Club, di trasferire un giocatore uomo adulto, Maeryn Gelhaus – che ha da poco iniziato a “identificarsi” come donna - dalla squadra maschile a quella femminile.
Gelhaus ha pubblicato un post su Instagram riguardo il suo ingresso nella squadra femminile il 29 maggio, vantandosi del fatto che, dopo aver giocato a quasi 300 partite come uomo, era stato accettato nel Classwomen in seguito alla sua dichiarazione di aver iniziato a identificarsi come una donna. «La ragione per cui non mi sono mai sentita integrata era perché non mi trovavo nella squadra giusta» ha dichiarato. «Quindi per una volta potrò scendere in campo essendo me stessa», ha proseguito. Da un altro post invece scopriamo che Gelhaus avrebbe iniziato a identificarsi transgender e ad assumere ormoni per il cambio di sesso solo quattro mesi prima, continuando a presentarsi come maschio il più delle volte.
Ovviamente, questa scelta ha messo in allerta le giocatrici della squadra, che hanno rilasciato dichiarazioni alla rivista Reduxx in totale anonimato. Tutte temono per loro incolumità fisica, essendo il rugby uno sport che prevede un contatto fisico abbastanza aggressivo e tenendo in considerazione che le uniche protezioni richieste sono i para-denti. Alcune dichiarano sconcertate: “è assurdo che i “sentimenti” di una persona prevalgano su qualunque principio di correttezza e sicurezza nello sport. Le nostre opinioni e i nostri sentimenti non contano. Dobbiamo davvero spiegare quali sono i rischi che si possono correre mischiando gli uomini con le donne?”
La reazione di Gelhaus alle proteste e alle preoccupazioni delle atlete non si è fatta attendere, e ha commentato sui social che nonostante «molte ragazze siano state meravigliose con me, ho la sensazione che alcune non vogliano assolutamente che io sia lì. Sto cercando di capire se ne valga la pena. Voglio essere celebrata non tollerata». Eppure, nessuna donna è contraria alla presenza di Gelhaus nella squadra per motivi di transfobia, ma solo per preoccupazioni riguardanti la sicurezza in campo.
Diverse atlete, infatti, si sono rivolte al corpo governativo per il rugby del Canada sollevando queste rimostranze, ma gli è stato risposto che la squadra deve seguire le direttive attuali, che permettono ai giocatori di scegliere la propria squadra in base al genere in cui si auto-identificano, sia a livelli amatoriali sia competitivi. Infatti, l’attuale regolamentazione del Canada Rugby si propone di «risolvere i problemi relativi all’identità e all’espressione di genere», senza però menzionare nulla riguardo la sicurezza delle atlete, obbligate a competere con o contro altri uomini.
Queste sono le disposizioni folli che ad oggi sono state attuate in Canada, ma che abbiamo già visto applicate in altri Stati occidentali in vari sport. È folle immaginare che un uomo adulto venga messo a competere su un campo da rugby con atlete donne, inevitabilmente meno forti di lui su un piano fisico e molto più vulnerabili, essendo uno sport che richiede un contatto anche molto violento. Eppure nessuno sembra accorgersene, e tutti sono indifferenti alle legittime preoccupazioni di queste donne mentre sono completamente dedicati a esaudire un capriccio. È pericoloso sia per le atlete costrette a giocare con lui, sia per la nostra società che sta cadendo in un baratro sempre più profondo…