Sulla “carriera alias”, le università italiane procedono come treni e iniziano a trovare un alleato prezioso nelle scuole superiori. Un esempio tra i tanti: l’Università Telematica Internazionale Nettuno, che ha recentemente emanato un regolamento ad hoc per l’attivazione e la gestione di questa modalità di iscrizione. Lo scopo, si legge sul sito dell’ateneo, è quello di «garantire alle studentesse e agli studenti in transizione di genere la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità dell’individuo, idoneo a favorire i rapporti interpersonali».
L’accettazione della domanda per l’attivazione di una “carriera alias” è subordinata a una «documentazione idonea a comprovare l’esistenza di una disforia di genere, rilasciata da una struttura, centro o specialista di salute mentale». La domanda viene accettata (o respinta) dal delegato del rettore, dopodiché «la segreteria provvederà ad attivare la carriera alias in base alle modalità previste dal regolamento».
Tra le scuole superiori d’Italia che stanno apertamente collaborando a questa ennesima svolta antropologico-educativa, figura l'Istituto Giordani di Caserta, che al regolamento per la “carriera alias” dell’Università Nettuno, lo scorso 10 dicembre, ha dedicato addirittura un convegno, dal titolo 2021: la scuola si spoglia degli pregiudizi e delle convenzioni – Carriera Alias, con il patrocinio morale del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere. Per questa iniziativa, non si è mantenuto un “profilo basso”, dal momento in cui, assieme alla preside dell’istituto, Antonella Serpico, sono intervenuti quattro rappresentanti dell’associazionismo lgbt: Bernardo Diana e Rossella Calabritto per Rain Arcigay Caserta, la psicologa Filomena Maietta ed Elena Andrea Pucci della Rete Lenford. In rappresentanza del Comitato pari opportunità del consiglio dell’Ordine degli avvocati, era presente la presidente Olimpia Rubino.
Come certifica la circolare scolastica dello scorso 8 dicembre, la convocazione del convegno sulla “carriera alias” è stata comunicata agli studenti di sette classi del Giordani – e, per conoscenza, ai rispettivi genitori – due delle quali hanno seguito il dibattito in presenza, le altre cinque in videocollegamento.
Una sinergia tra scuola e università che mostra l’evidente intento indottrinante dell’intero sistema educativo. È significativo che, per un “carriera alias” che, almeno per il momento, si presume sia optata da un numero limitatissimo di studenti, l’istituto scolastico casertano ha mobilitato un folto team di “esperti”, tutti di sostanziale orientamento pro gender, e senza alcun contraddittorio. Quasi a dare per scontata l’assimilazione etico-antropologica di una novità di cui, al contrario, studenti e genitori hanno ancora scarsa conoscenza. Se invece questi temi fossero stati affrontati in un vero dibattito, con un vero confronto, anche in sede politica, tra esperti favorevoli e contrari, senza coinvolgere da subito i ragazzi, c’è da scommettere che la carriera alias non avrebbe avuto vita così facile.