Avevamo appena scritto dell’epurazione di De Fraia dalle liste del PD bolognese, perché cattolico, anti-abortista e contrario alla propaganda gender, che ci siamo ritrovati a leggere del ritiro di una candidata sindaco di Milano perché casalinga.
Si tratta di Patrizia Bedori, che – dicono – non ha retto al cyber-bullismo e agli insulti mediatici che la definivano “brutta”, “grassa” e “casalinga“.
Già da tempo sosteniamo che le vere vittime del bullismo e dell’intolleranza non sono le persone con tendenze omosessuali o di colore ma, più di chiunque altro, sono le persone obese, gli anziani e i cristiani. Stendiamo un velo di pietoso silenzio, per non stare a rivangare ora tutte le questioni sulla presunta omofobia dilagante nel nostro Paese (di sindaci e di politici candidati ed eletti, gay dichiarati, ne abbiamo a bizzeffe).
Ma questo uso di “casalinga” come un insulto, davvero non ci va giù.
Ci fa specie che un movimento democratico – addirittura più democratico del Partito Democratico – come il M5S non abbia sostenuto la Bedori e non l’abbia indotta a rinunciare al ritiro della candidatura (anche Il Fatto Quotidiano ha sollevato qualche dubbio in proposito).
Noi siamo qui a ribadire che uno degli stereotipi da infrangere (quelli veri, non quelli inventati dall’ideologia gender) sia proprio quello della casalinga frustrata e della donna manager in carriera, arrivata e realizzata.
Da più di dieci anni (si veda, per esempio, qui) circolano inchieste che rilevano come vi siano donne manager, ricche e potenti, profondamente infelici perché sole, per aver trascurato (per forza di cose) gli affetti, la famiglia e soprattutto i figli.
Viceversa, il lavoro di casalinga può dare grandi soddisfazioni: curare la casa e la famiglia, crescere i figli... sono cose che possono piacere! E, avendo la possibilità di vivere dignitosamente con un solo stipendio, quante donne sarebbero ben felici di stare a casa!
Fare la casalinga può essere il risultato di una scelta libera e responsabile. Una casalinga può coltivare mille interessi. Può essere una donna realizzata e felice come lo sono, lo erano e lo saranno, tutte le donne orgogliose di essere davvero donne.
Le donne della Redazione