17/11/2021 di Luca Marcolivio

Caso gender MUSE-Scuola, il consigliere Guglielmi a Pro Vita & Famiglia: «Bambini dovevano rimanere fuori dall’iniziativa»

La conferenza in programma sabato prossimo al Museo delle Scienze di  Trento, sul tema Sei sempre tu, come orientarsi tra generi e identità - la cui pubblicità è stata divulgata dall’Istituto Comprensivo Alta Vallagarina (che riunisce scuole elementari e una scuola media) – è stata accolta negativamente da molti genitori. A confermarlo è Luca Guglielmi (Fassa), il consigliere provinciale trentino, che sul tema ha rivolto un’interrogazione all’assessore all’Istruzione, Università e Cultura, Mirko Bisesti. L’aspetto più controverso della vicenda, ha riferito Guglielmi a Pro Vita & Famiglia, è la mobilitazione di un dirigente scolastico che ha invitato personalmente i genitori del suo istituto, comprendente alunni dai 6 ai 13 anni. Un coinvolgimento che il consigliere giudica inopportuno sia nel metodo che nel merito. 

 

Luca Guglielmi, lei ha presentato un’interrogazione all’assessore provinciale Mirko Bisesti. Quali sono le responsabilità della Provincia di Trento in questa vicenda?

«Premesso che il MUSE è una struttura a partecipazione pubblica, il coinvolgimento della Provincia non riguarda tanto il convegno organizzato per sabato prossimo ma, più che altro, il fatto che un dirigente scolastico di un istituto pubblico abbia divulgato questa iniziativa, ponendola all’attenzione di tutti gli studenti e delle loro famiglie. È questo l’ambito di competenza in cui la Provincia dovrebbe intervenire».

Che tipo di risposta si attende, dunque?

«Sulla tematica in questione, ho le mie convinzioni personali, rese perfettamente chiare nell’interrogazione, che, proprio per questo, è stata presentata in forma scritta. Il dirigente scolastico dell’istituto in oggetto ha invitato i genitori degli studenti a partecipare a un incontro dove non si parla di ragazzi ma di bambini tra i 6 e i 13 anni: a mio parere non una delle cose migliori da fare… È vero che la Provincia non può tenere sotto controllo ogni singola iniziativa che viene portata avanti sul territorio da enti o società partecipate; in ogni caso mi aspetterei una presa di distanze da parte dell’assessore Bisesti».

Qual è, a suo avviso, l’aspetto più grave di tutta l’iniziativa?

«Al di là della bontà o meno di questo convegno (anche se mi domando cosa c’entri con l’infanzia e l’adolescenza),  per me risulta grave che un’istituzione scolastica si permetta di sponsorizzare determinati tipi di iniziative, a un pubblico di minori da tutelare e salvaguardare, buttandoli nel tritacarne ed esponendoli a un linguaggio del tutto particolare. Questo secondo me è il fatto più eclatante».

Come valuta l’iniziativa del MUSE sul piano formale e regolamentare?

«Non sono avvocato, né giudice, faccio semplicemente il consigliere regionale. Il mio ruolo è quello di occuparmi del mio territorio: ovunque la mia sensibilità rilevi qualcosa di non corretto, è mio compito interrogare chi ha ruoli di governo su determinate iniziative. Quindi non sta a me dire se sul piano prettamente formale l’iniziativa sia corretta o meno. Dal mio punto di vista personale, non andrei a questi incontri. Se però mi fosse arrivato un invito del genere dal dirigente delle scuole dei miei figli (ne ho tre, di cui uno di sette anni), che mi sponsorizzasse un’iniziativa del genere, credo mi sarei sentito personalmente leso nella mia potestà genitoriale».

Quale sarà il suo prossimo passo?

«Attendo la risposta dell’assessore Bisesti, al quale, a norma di regolamento, sono concessi trenta giorni. Conoscendo l’assessore e la sua sensibilità su questo tipo di iniziative, confido in una risposta adeguata. Ribadisco il mio punto di vista: l’organizzazione della conferenza di sabato prossimo è di per sé legittima, trovo, invece, molto “borderline” il comportamento di un’istituzione scolastica che si è presa la responsabilità di sponsorizzarla e divulgarla presso un contesto assolutamente da tutelare e da proteggere. Non andavano coinvolti i bambini ma serviva, al limite, un progetto molto più articolato, nell’ambito di un confronto tra punti di vista differenti».

Del resto, l’orientamento dei relatori di sabato prossimo sembra piuttosto omogeneo e allineato al politically correct arcobaleno…

«È quello che penso anch’io, fermo restando che siamo in democrazia e ogni persona o istituzione è libera di esprimere ciò che ritiene, nei limiti delle regole stabilite. Nel caso di questo istituto non è così e la cosa mi è stata confermata da diverse famiglie che, dopo aver ricevuto l’invito del dirigente scolastico, si sono risentite e preoccupate. È davvero un caso eclatante, non solo per i contenuti ma per i modi con cui è stata portata avanti l’iniziativa. Certo, non sono io a dover emettere sentenze ma qualche giudizio sono sicuramente legittimato a darlo».

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