17/07/2023

Caso Tribunale Trapani. Terragni: «I media progressisti festeggiano, le donne no»

«Il signore calvo sulla sinistra da qualche giorno è una donna e si chiama Emanuela. Il suo corpo maschile è intatto, a cominciare dal sesso, il suo assetto ormonale è quello di un uomo - non assume alcuna terapia -, le sue sembianze sono quelle di un signore di mezza età. Ma per il Tribunale di Trapani questo signore è una donna per il semplice fatto che si sente una donna (self-id). Il che significa, tra le tante altre cose, che potrà accedere liberamente agli spazi riservati femminili -spogliatoi, palestre, case rifugio etc.- e nessuna donna potrà protestare».

E’ la denuncia che la giornalista e femminista Marina Terragni affida ai suoi canali social (come da post sotto riportato), in merito alla decisione choc del Tribunale di Trapani di dare l’ok al cambio di nome e di identità senza alcun intervento chirurgico. Terragni prosegue: «Questo significa che potrà competere negli sport femminili; che se gli capiterà di andare in ospedale sarà ricoverato in reparti femminili, idem per un'eventuale carcerazione; che probabilmente sarà incluso negli elenchi per lo screening mammografico; che potrà usufruire di quote riservate alle donne (per esempio nelle liste elettorali); che rientrerà nelle statistiche come donna. E così via».

«Per la prima volta quindi in Italia - aggiunge - per libera e creativa iniziativa di un giudice, la legge non autorizza, si applica la libera autodeterminazione di genere o self-id. I media progressisti festeggiano la notizia. Le donne molto meno».

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