Mancano ancora oltre due mesi alla festività del Natale, ma come ogni anno mentre si avvicina una delle solennità più importanti della religione cristiana ecco che scattano subito le iniziative di vero e proprio assalto, se non di pura discriminazione, nei confronti dei credenti cristiani, anche in Italia.
Ormai siamo - purtroppo - abituati a questa mancanza di libertà e a questa ipocrisia che vuole rispetto e via libera per tutte le culture, le tradizioni e le istanze meno però che per quelle cristiane. Va bene tutto, insomma, meno che i pensieri, gli ideali e le iniziative che non provengano dal mondo liberal-progressista.
Dopo crocifissi tolti dalle aule, presepi e recite di Natale eliminati dalle scuole (negli anni scorsi abbiamo esempi a iosa di tutto ciò) ora ci risiamo e il Natale è stato annullato da una Università italiana. Si tratta dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, a Firenze, direttamente finanziato dall’Unione Europea, che ha pensato bene di “eliminare ogni riferimento cristiano” alla festa del Natale, per ottemperare - udite udite - agli obblighi del "Piano per l'uguaglianza etnica e razziale” dello stesso istituto.
Sono subito, come è ovvio - e meno male! - scattate le polemiche, da più parti politiche non solo quelle più conservatrici. Fratelli d’Italia ha commentato la decisione come «completamente fuori luogo», Forza Italia ha dichiarato che questa «non è laicità ma laicismo» e la Lega ha spiegato che «il rispetto degli altri parte dal rispetto di noi stessi», mentre anche Italia Viva si è detta contro questa iniziativa, affermando che «non si crea rispetto eliminando la nostra storia».
Storia, appunto. Cultura, tradizione. Tutto annullato dall’Istituto universitario europeo di Fiesole, che evidentemente pecca anche di ignoranza in tema di religione e di vero rispetto dei culti diversi. Come è possibile, infatti, che in un Istituto del genere non sappia che il Natale è addirittura riconosciuto da altre religioni come per esempio l’Islam, in quanto giorno della nascita - secondo i musulmani - di un profeta considerato quasi al pari di Muḥammad e che prepara alla venuta di Maometto? Lo sanno, forse, che tra cristiani ed ebrei c’è una profonda sintonia soprattutto dopo la vicinanza espressa dalla Chiesa Cattolica a partire da Giovanni Paolo II e via via con gli altri Pontefici?
Dove è, quindi, la discriminazione nel festeggiare il Natale? Chi, dunque, dovrebbe sentirsi offeso o discriminato?