«L’altra Cina: violazione dei diritti umani, in memoria di Harry Wu» è stato il tema della conferenza stampa svoltasi questa mattina presso la Camera dei Deputati, nell’ambito della giornata organizzata dalla Laogai Research Foundation Italia (LFRI) in memoria del dissidente cinese Harry Wu, morto un anno fa in circostanze misteriose e ricordato da Toni Brandi – presidente di ProVita Onlus e fondatore della LRFI – con un invito ai presenti a osservare un minuto di silenzio.
In sala erano presenti diverse persone e giornalisti, nonché alcuni monaci tibetani.
L’incontro è stato introdotto dall’Onorevole Alessandro Pagano, il quale ha denunciato il silenzio dei grandi media sulle numerose violazioni dei diritti umani in Cina e ha ricordato la proposta di legge contro la schiavitù e il lavoro forzato di cui è stato primo firmatario nel 2010 insieme ad altri 160 parlamentari.
Gianni Da Valle ha evidenziato qual è la situazione dei diritti umani nel Paese: traffico degli organi dei condannati a morte, persecuzioni di tutte le religioni e dei dissidenti ed esecuzioni capitali che continuano nell’indifferenza del mondo; inoltre, ha anche anche parlato dei famigerati campi di concentramento cinesi, i Laogai, e delle condizioni disumane dei detenuti.
Aldo Forbice ha invece condannato l’imperialismo economico cinese e criticato il nostro premier Paolo Gentiloni, che parla di «grande opportunità» e vuole sempre più investimenti cinesi in Italia, senza però curarsi dei costi umani e sociali di questa espansione economica.
Evaristo Cicatiello si è soffermato sulla persecuzione dei cattolici cinesi. «È ben noto – ha detto – che i cristiani hanno subito terribili persecuzioni sotto il regime comunista cinese e migliaia di religiosi sono morti nei Laogai. Ma la repressione continua. In Cina vi sono due Chiese cattoliche: quella cosiddetta patriottica e quella sotterranea, fedele a Roma. E di fronte alle attuali negoziazioni in corso fra la Santa Sede e il regime cinese, il cardinale Joseph Zen Ze-Kiung, arcivescovo emerito di Hong Kong, ha recentemente espresso la sua forte preoccupazione».
A tal proposito, Toni Brandi ha fornito alcuni dati significativi: «da febbraio di quest’anno a oggi – ha precisato – il regime ha imposto telecamere nelle chiese, presso i cancelli, sui podi e presso le cassette per le offerte. Gli arresti sono all’ordine del giorno. Ad aprile, al vescovo della Chiesa sotterranea Vincenzo Guo Xijin è stato impedito di celebrare la Messa e poi è sparito nelle mani della polizia, secondo cui il prelato “ha bisogno di studiare...”. Pechino nasconde il cadavere di Mons. Cosma Shi Enxiang, sparito nel 2001. Continua ancora la campagna lanciata nel 2014 dal partito Comunista Cinese per rimuovere croci e demolire le chiese in tutto il Paese. Solo alcuni mesi fa la violenza è scoppiata a Shanggiu nella provincia di Henan dopo che 300 agenti di polizia e funzionari della sicurezza hanno demolito la chiesa cristiana di Shuangmiao, che era in costruzione. I funzionari hanno trascinato con la forza circa 40 cristiani con un sacerdote. Otto cristiani rimangono in custodia a seguito dell’incidente. Uno dei tanti esempi di repressione dei cristiani da parte del Governo di Pechino».
Ma la Cina è anche il Paese che impone un rigido controllo delle nascite e per anni ha attuato, con aborti forzati e sterilizzazioni, la politica del figlio unico (preferibilmente maschio), provocando un drammatico squilibrio demografico. «In Cina si possono fare due figli? – ha domandato Brandi – Oggi sì, ma per ciascun figlio ci vuole il permesso scritto del Governo. E se per caso qualcuno volesse farne un terzo? La drammatica realtà è che in tal caso ancora oggi è imposto l’aborto forzato, pena la perdita del lavoro e sanzioni economiche di portata assolutamente insostenibile (multe che equivalgono a diversi anni di stipendio dei multati)».
Hanno concluso la conferenza stampa Nyima Dohunp e Dechen Dolkar, rappresentanti della Comunità Tibetana in Italia, i quali hanno denunciato le ripetute e continue persecuzioni in Tibet.
In serata, inoltre, è stato mostrato il documentario Free China: il coraggio di credere, presso la Casa del Cinema a Villa Borghese, dove sono intervenuti Fabrizio Lastei sulla persecuzione dei cristiani in Cina e Francesca Romana Poleggi sulla politica demografica cinese.
Federico Catani
È possibile rivedere la conferenza stampa cliccando qui.
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