In Belgio e in Olanda l’eutanasia sta diventando sempre più normale, anche per quei pazienti che non la chiedono espressamente. Il dottor Peter Saunders, alla BBC, ha citato dati agghiaccianti.
Peter Saunders è un medico e amministratore delegato di Christian Medical Fellowship, un’organizzazione britannica cui aderiscono 4.500 medici e 1.000 studenti di medicina. Fa anche parte della Care Not Killing Alliance. E’ stato intervistato dalla BBC con Andrew Copson della British Humanist Association, schierata a favore dell’eutanasia. Il giornalista che ha condotto il programma ha preso poi le parti di quest’ultimo, e così Saunders ha pubblicato sul suo blog dei chiarimenti a quanto detto e ha citato le fonti statistiche e scientifiche delle sue asserzioni.
In Belgio e in Olanda un terzo delle infermiere hanno ammesso di aver praticato illegalmente l’eutanasia, anche a prescindere dalla volontà del malato.
Verhagen e Sayer, nel New England Journal of Medicine, nel 2005, scrivevano che negli ultimi 7 anni erano stati riportati alle autorità dai 15 ai 20 casi di eutanasia di neonati l’anno, ma constatavano che mediamente la maggior parte dei casi non veniva segnalata. Dal 2005, poi, in Olanda è entrato in vigore il Protocollo di Groningen che consente la uccisione dei bambini fino a 12 anni se devono sostenere sofferenze insopportabili, con il consenso dei genitori, a seguito di un consulto medico, e se l’assassinio viene eseguito in modo attento e professionale. Statisticamente, nella quasi totalità dei casi, i bambini uccisi avevano la spina bifida o erano idrocefali, come tante persone che oggi convivono in modo dignitoso con la disabilità, spesso conseguendo soddisfazioni professionali e personali rilevanti. Poi i casi di eutanasia di neonati sono andati diminuendo grazie ai progressi delle tecniche diagnostiche prenatali, all’aumento degli aborti tardivi e all’uso della pratica della “sedazione terminale” che tecnicamente non viene considerata eutanasia. E inoltre va tenuto conto della mancata denuncia di una percentuale rilevante di casi.
Quanto agli adulti, in Belgio, a 11 anni dalla sua legalizzazione, i casi di eutanasia sono aumentati del 5.000% (avete letto bene: cinquemila); in Olanda, in 6 anni, sono aumentati del 20%, a cui va aggiunto l’aumento del 12% dei casi di “sedazione terminale”, secondo la rivista Lancet.
In Belgio, inoltre, quasi la metà dei casi non sono riportati al Comitato di Valutazione e Controllo Federale, e quasi la metà delle infermiere belghe coinvolte hanno ammesso di aver ucciso pazienti che non avevano dato il consenso. In particolare il consenso scritto dell’interessato nell’88% dei casi era assente. Nelle Fiandre, La percentuale dei malati eliminati senza richiesta e senza consenso è del 32%. Tutto ciò, a prescindere dal fatto che in Belgio le infermiere per legge non avrebbero il permesso di praticare l’eutanasia.
Chi ritenesse – come il giornalista della BBC – che Saunders sia “un maestro nell’arte delle affermazioni estreme e irrilevanti” può verificare le fonti dei suoi dati sul blog http://pjsaunders.blogspot.it/.
Inoltre non si stupirà, perciò, alla notizia che il Belgio è oggi il leader nell’espianto e nella donazione di organi.
di Francesca Romana Poleggi