«Se io amo le persone che arrivano all’altra parte del mondo però mi dimentico del disabile, della persona in difficoltà o al mio vicino di casa non parlo nemmeno, sono un ipocrita».
Parole chiare quelle del ministro della Famiglia e delle Disabilità, Lorenzo Fontana, che si possono ascoltare anche visionando dei video in rete che spiegano benissimo quanto non ci sia nessuno scandalo in quanto detto, ma lo scandalo sia tutto nell’approccio ideologico al suo discorso.
Se la politica migratoria non ci riguarda, la salute della donna e del bambino sì e far passare come estremista un intervento moderato, è indigesto.
Il punto che colpisce particolarmente è quando si accusa il ministro di applicare il motto “prima gli italiani” a discapito di donne e bambini rifugiati, ma figurarsi se un Ministro per la Famiglia può solo pensare di non tutelare proprio loro. E allora spieghiamo bene che quando Lorenzo Fontana dice “si aiuta soprattutto chi ha bisogno”, si può cogliere facilmente dal video, fa riferimento a tutti, ma le donne e i bambini rifugiati li ha proprio menzionati nel passaggio.
Dunque siamo di fronte a strumentalizzazione che sa di strategia? E qual è la strategia? Soffocare, nascondere sotto il fango delle polemiche, un ministro che già solo per la carica che ricopre dà fastidio. Oltretutto, un ministro operativo, che vuole segnare una svolta pro famiglia: sue le battaglie per i congedi di maternità con regole più flessibili, il congedo di paternità a cinque giorni, l’aumento del bonus per gli asili nido, l’istituzione di un Fondo di sostegno per le crisi familiari con un importo di 10 milioni di euro annui e il raddoppio delle detrazioni fiscali per i figli con disabilità…
Forse, a renderlo “colpevole” per definizione è proprio il fatto che il suo obiettivo sia quello di far comprendere come la natalità sia oggi uno dei problemi e delle questioni più importanti e urgenti di questo Paese. Sicuramente una politica di rilancio demografico completa ed efficace fa paura a qualcuno, altrimenti non si spiega tanto accanimento senza fondamento. Ed essere a favore della famiglia crea nemici scatenati a livello mediatico. A questo punto se fossi nel ministro la prenderei a ridere: è proprio quest’accanimento garanzia di un buon lavoro.
Toni Brandi