Per Elena Donazzan è «importantissimo che il Congresso Mondiale delle Famiglie si tenga». L’assessore all’Istruzione e al Lavoro della Regione Veneto è uno dei più convinti sostenitori dell’evento di Verona (29-31 marzo), di cui sarà anche relatrice. A colloquio con Pro Vita, l’assessore Donazzan ha commentato la recentissima querelle insorta attorno al logo del governo sulle locandine del Congresso e le contrapposizioni politiche sia tra maggioranza e opposizione che all’interno della stessa maggioranza.
Assessore Donazzan, perché è importante questo Congresso?
«Oltre ad avere un profondo convincimento personale, mi sono rafforzata nell’idea che la famiglia salverà il mondo e null’altro, perché vedo tutti i problemi che derivano dalle famiglie distrutte, dall’incertezza nei ruoli che si manifestano nel mondo della scuola: depressioni giovanili in aumento, uso di droghe, figli girati tra coppie separate come se fossero un bene da contendere, non il bene primario per cui sacrificarsi. Parlo con cognizione di causa e a titolo, essendo l’assessore all’Istruzione».
Perché allora tanto astio, secondo lei?
«Questa fibrillazione del mondo “anti-famiglia” mi lascia perplessa. Non capisco quale sia l’odio che muove o la paura che ne deriva contro la famiglia. Ormai le aggressioni e le violenze verbali e culturali non arrivano più soltanto dalla sinistra estremista di cui la senatrice Cirinnà è una rappresentante».
Eppure gli obiettivi del Congresso sono tutt’altro che eversivi: la tutela della famiglia e della vita, la condanna dell’utero in affitto sono tutti principi riconosciuti dalla legge italiana, in alcuni casi anche dalla Costituzione…
«Quel cartello mostrato dalla senatrice Cirinnà, oltre a offendere la mia religione, va a ledere principi fondamentali come la libertà di pensiero e di espressione. Non solo esibendo quella parolaccia, la Cirinnà squalifica se stessa come donna ma esprime un atteggiamento “razzista” nei confronti di chi crede in Dio, nella patria e nella famiglia. In quei principi, io stessa ci credo e non devo difendermi per questo, si tratta della mia piena e consapevole espressione. Se io, per ipotesi, insultassi le famiglie omogenitoriali, definendo la loro vita “squallida”, l’indomani sarei aggredita da tutta la stampa nazionale, sarei messa al pubblico ludibrio di qualunque giornalista politicamente corretto, pensatore libero, professore universitario, commentatore di talk show. Io non potrei parlare liberamente di famiglia ma loro possono parlare liberamente di gender: perché?».
Anche all’interno della maggioranza, il Congresso Mondiale delle Famiglie sta dividendo le coscienze. Per bocca dei sottosegretari Buffagni e Spadafora, il Movimento 5 Stelle ha manifestato la sua ostilità per questo evento. Non si rischia, così, di accentuare ulteriormente le tensioni nel governo?
«Il M5S è di estrema sinistra sui temi etici. Il contratto di governo è la giustificazione per stare insieme, perciò già sarebbe una buona cosa se non si facessero danni. Ha fatto più danni il governo di sinistra con le unioni civili, per cui, a questo punto, meglio un contratto di governo e una politica dei “veti contrapposti”. Non saprei dire se reggerà, questo governo ha un tempo determinato, lo sappiamo. Se tolgono il patrocinio, mi dispiacerebbe ma, in fin dei conti, pazienza… Non si è però sentito nessuno parlare della Costituzione, quando, all’art. 29, afferma che la famiglia va tutelata. Quindi, c’è una contraddizione ma è quella di questo tempo. Per cui, mi dispiace che abbiano esposto a questa polemica il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, che è una persona perbene e coerente, e anche il leader del suo partito [Salvini, ndr], che su questi temi ha deciso di tenere una posizione chiara, netta e condivisibile per me. Mi spiace che il ministro abbia trovato il veto dell’ottusità ideologica dei 5 Stelle».
Luca Marcolivio