Più volte da queste colonne abbiamo riportato le notizie di pressioni da governi occidentali e associazioni “umanitarie” che subordinano gli aiuti all’introduzione dell’aborto e dei contraccettivi nei paesi in via di sviluppo e nel terzo mondo.
Oggi è il giornale on line New Vision, dall’Uganda, che denuncia il programma in atto per convincere le donne ad usare la spirale ed altri metodi anticoncezionali (forniti da società farmaceutiche occidentali). Stephen Wabomba scrive bene che non sono questi i metodi per limitare la diffusione delle malattie sessuali. Anzi: i contraccettivi aumentano i comportamenti a rischio e non sono mai efficaci al 100% a prevenire le gravidanze.
I governi occidentali e le ONG che premono sugli Africani perché si adeguino alla moda dei contraccettivi, conoscono bene le controindicazioni agli stessi, ma puntano solo ai loro interessi personali – anzi – a quelli economici delle case farmaceutiche. Wamomba ricorda inoltre che solo la pianificazione familiare naturale e la castità hanno sempre dato risultati positivi sulla “salute sessuale e riproduttiva” degli Ugandesi, quando la propaganda del governo è stata indirizzata a tali fini. Wabomba è il direttore del Pregnancy Help Center di Jinja, una città di 87.000 abitanti, situata sulle sponde del Lago Victoria.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews