La notizia che riportiamo è solo uno tra i tanti episodi di violenza e limitazione della libertà di espressione contro coloro che si dicono contrari all’aborto.
La protagonista è la giornalista di Fox News Channel Denise McAllister, rea di essersi esposta in maniera chiara contro l’aborto e oggi costretta a vivere nascosta, a causa delle minacce che ha ricevuto.
La MCAllister viene da una storia di vita impegnativa: è stata infatti vittima di violenza. Questo fatto le ha tuttavia permesso di conoscere tante donne stuprate come lei che, rimaste incinte, hanno avuto il coraggio di scegliere per la vita e di arrivare così a maturare una solida convinzione pro-life. Tanto da scrivere su Twitter parole molto nette: «Alla base dell’isteria dell’aborto c’è il desiderio sconvolto delle donne per il sesso irresponsabile. Il sesso è il loro dio. L’aborto è il loro sacramento. È aberrante quando le donne decidono di gettarsi dalle vette della forza civilizzatrice del mondo nella melma e nel fango della depravazione disumanizzante».
In seguito, interrogata dalla stampa, la giornalista ha precisato il suo pensiero: «Non puoi semplicemente mettere fine ad una vita umana solo perché non hai voluto essere responsabile delle tue azioni, solo perché hai dato un valore più alto al fare sesso che alla vita umana».
Il punto che si vuole qui mettere in evidenza è tuttavia che, dopo la pubblicazione del tweet, la McAllister ha ricevuto diversi messaggi privati con minacce di strangolamento e di stupro, dai quali emergeva anche che gli autori erano a conoscenza del luogo in cui la giornalista risiede. Tutto questo ha portato la donna a richiedere l’intervento della polizia, che ha nascosto lei e la famiglia e le ha dato una scorta.
Tutto questo per aver parlato – con parole forti, certo – contro l’aborto. E la libertà di espressione e di pensiero? Di fronte ai diktat della cultura di morte non contano.
Quello della McAllister è solamente un caso emblematico, ma altri fatti di cronaca simile potrebbero aggiungersi. Perché la vita fa così paura?
Teresa Moro
Fonte: UccrOnline
Fonte foto in evidenza: The Federalist