12/01/2019

Contro la famiglia: scappa dalla Norvegia per proteggere sua figlia

Silje Garmo, 37 anni, è dovuta fuggire a Varsavia con la sua bambina di 23 mesi, Eira, nel 2017, quando ha cominciato a sospettare che l’agenzia norvegese per la protezione dell’infanzia, conosciuta come Barnevernet stesse macchinando per portarle via sua figlia.

Stiamo parlando di un fenomeno che è diventato una vera piaga in Norvegia: Barnevernet, l’agenzia governativa norvegese che dovrebbe avere il compito di proteggere i minori, ormai da anni sottrae i figli ai propri genitori, spesso per vere e proprie sciocchezze: un pasto non ben cucinato, un bagno troppo caldo o freddo, una sculacciata.

Nel caso di Garmo l’accusa è partita da suo marito, un potente uomo d’affari, che ha coinvolto l’agenzia in questione: «Ha coinvolto i servizi sociali»ha raccontato la donna al giornale polacco Super Express, «e una volta che loro si mettono in moto non si fermano mai. Ti tolgono i figli anche se non c’è uno straccio di prova e senza un ordine del giudice». Il marito ha descritto la donna ai servizi sociali come un’incapace, con uno “stile di vita caotico” e affetta da “sindrome da stanchezza cronica”, costringendola a sottoporsi a una serie di test antidroga, che sono risultati costantemente negativi, i suoi file medici sono stati consultati senza il suo permesso e non è stato trovato nulla di significativo.

La cosa paradossale è che Garmo, cittadina europea, è stata accolta come rifugiata in uno Stato dell’Unione Europea, la Polonia: a farle ottenere asilo sarebbe stato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, come ha rivelato, al giornale britannico The Times, il pastore pentecostale di Oslo Jan-Aage Torp. Il che ha anche sottolineato che i servizi per l’ immigrazione polacchi avevano capito immediatamente che Garmo e sua figlia avevano bisogno di vera e propria protezione. Eppure sono anni che Barnevernet è nel mirino, considerato che  sono circa 1.500 i bambini che sottrae ai loro genitori ogni anno. A questo si rifanno le  accuse contenute nel documento di concessione di asilo che il governo polacco ha rilasciato a Silje Garmo, in cui si legge che le “atrocità” della norvegese Barnevernet contro genitori e figli sono «gravi violazioni dei diritti umani» e che «Silje è uno dei tanti genitori in Norvegia che vengono perseguitati dalle politiche anti-famiglia che ricordano il regime sovietico».

Manuela Antonacci

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