Sul caso dei corsi da drag queen per minori finanziati dall’Unione Europea, oggetto di una petizione di Pro Vita & Famiglia, si sta muovendo anche l’Europarlamento. Per iniziativa sia di un gruppo di deputati del gruppo Patrioti per l'Europa (in particolare la Lega), sia di Ecr (Fratelli d’Italia), in agosto sono state depositate delle interrogazioni parlamentari con richieste di risposta scritta (ancora non pervenute).
Gli eurodeputati interroganti chiedono alla Commissione quanto segue: innanzitutto come il progetto «garantisce che i progetti finanziati da Erasmus+ rispettino pienamente l'integrità e il benessere psicologico dei minori coinvolti?», poi un che modo è previsto ed è verificato «il coinvolgimento e il consenso informato dei genitori prima di approvare la partecipazione dei minori a progetti che trattano tematiche così controverse». Infine, la richiesta di come e cosa si può fare «per interrompere il progetto “DragTivism Jr”, impedendo che fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di imporre ideologie specifiche sui giovani partecipanti?».
FERMIAMO I FINANZIAMENTI UE AI CORSI DRAG QUEEN E LGBT PER MINORI - FIRMA LA PETIZIONE!
Primo firmatario dell’interrogazione, per quanto riguarda Fratelli d’Italia, è l’europarlamentare Paolo Inselvini che, raggiunto telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, rimarca: «L’abbiamo preparata abbastanza celermente durante l’estate, poi, ho chiesto a tutti i deputati di Fratelli d’Italia di firmarla, cosa che è stata fatta durante le vacanze, a dimostrazione del fatto che quando c’è una minima volontà di esporsi le questioni vengono alla ribalta. Tanto è vero che la nostra interrogazione è finita su vari giornali nazionali».
Obiettivi dei firmatari è semplicemente che il progetto “DragTivism Jr” venga «annullato da parte della Commissione», proprio perché è «inaccettabile» che in Europa, piuttosto che a diffondere «valori sani», si pensi a «finanziare dei corsi indirizzati a giovani dai 14 ai 17 anni, quindi, in un’età piuttosto fragile, come riscontriamo nella vita di tutti i giorni». La speranza degli eurodeputati ECR-Fratelli d’Italia è dunque che la Commissione Europea ritiri i finanziamenti destinati a tale progetto tramite il fondo Erasmus+, «cosa che purtroppo non è stata fatta».
Inoltre, con riferimento al principio del consenso informato, evocato dall’interrogazione, Inselvini ricorda che «si tratta di questioni molto controverse, che incidono sulla psicologia dei ragazzi e questo lo sottolineo anche alla luce del fatto che l'Unione europea si sofferma spesso sulla tutela dei minori anche nei confronti di immagini o messaggi che possono essere controproducenti per i giovani, salvo poi, incredibilmente, finanziare e sponsorizzare queste iniziative».
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A commentare con Pro Vita & Famiglia il caso “DragTivism Jr”, anche la prima firmataria dell’altra interrogazione, l’europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega – Patrioti per l'Europa), che ha affermato: «si tratta di un’iniziativa a dir poco discutibile e a mio avviso scandalosa soprattutto perché promossa da un’istituzione come l’Unione Europea. Il campus è infatti finanziato direttamente da Bruxelles con oltre 35 mila euro di denaro pubblico, stanziati nell’ambito del programma Erasmus+, che dovrebbe avere ben altri obiettivi, ovvero offrire scambi culturali e formativi per ampliare gli orizzonti e le opportunità per le nuove generazioni».
Anche Tovaglieri si è mobilitata con un’interrogazione «per chiedere alla Commissione europea se ritiene opportuno che i soldi dei cittadini siano impiegati per iniziative di questo genere». L’europarlamentare leghista si attende da Bruxelles un «riscontro esaustivo» e un «intervento concreto che porti alla cancellazione dei progetti. Non mi accontenterò – sottolinea - delle solite risposte burocratiche a cui siamo purtroppo abituati, perché questa volta è in gioco il futuro di tantissimi ragazzi, che rappresentano l’avvenire dell’Europa».
In attesa della risposta della Commissione, l’onorevole Tovaglieri ha avviato «personalmente uno studio approfondito sulle iniziative pubblicate dall’UE in questo campo, scoprendo che nei prossimi anni Bruxelles spenderà quasi otto milioni di euro all’interno dei progetti Erasmus+ per finanziare 150 iniziative, già in corso o in fase di avvio, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani verso la dottrina gender». A mo’ di esempio, Tovaglieri aggiunge: «41 mila euro copriranno i costi di un corso destinato a giovani trans e non binari che si sentono discriminati nel mondo della cinematografia e 130 mila euro finanzieranno tre workshop per formare i giovani attivisti LGBT, ma ci sono anche corsi riservati ai soli giovani trans che vogliono diventare imprenditori, come se tutti gli altri ragazzi o ragazze non avessero bisogno di un supporto per avviare nuove imprese o start up».
In conclusione, ribadendo il proprio impegno per la causa, Tovaglieri commenta: «non posso rimanere con le mani in mano vedendo come le istituzioni europee buttino al vento importanti risorse che potrebbero aiutare tantissimi ragazzi e ragazze, compresi quanti si definiscono LGBT, a studiare, a trovare lavoro, a formare una famiglia e a realizzare i propri sogni nel cassetto».
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