La libertà educativa delle famiglie e l'imposizione dell'ideologia gender nelle scuole continuano a essere temi centrali nel dibattito pubblico e, soprattutto la presenza dell’attivismo Lgbtqia+ nelle aule dei nostri figli, ad essere inviso alla maggioranza delle famiglie italiane.
Lo dimostra il sondaggio nazionale che Pro Vita & Famiglia Onlus ha commissionato all’autorevole istituto demoscopico Noto Sondaggi e che è stato presentato oggi, mercoledì 19 febbraio 2025, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Sala Cristallo dell'Hotel Nazionale, a pochi passi dal Parlamento, in Piazza di Monte Citorio a Roma.
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Prima la Famiglia
Uno dei dati più significativi emersi dal sondaggio riguarda la granitica certezza degli italiani che il diritto di priorità educativa sul se, come e quando affrontare argomenti di natura sessuale e affettiva con i figli spetti ai loro genitori: ben il 76% degli intervistati ha espresso questa posizione, mentre solo il 14% ritiene che il compito debba invece spettare in via prioritaria alla scuola.
Consenso informato preventivo
Ancor più netta la maggioranza degli italiani (83%) convinti che la scuola abbia il dovere di informare preventivamente e nel dettaglio i genitori sulle iniziative svolte a scuola inerenti anche la sfera sessuale e affettiva. Per il 62% degli italiani intervistati i genitori devono avere anche la facoltà di scegliere se far partecipare o meno i propri figli ai corsi di educazione sessuale nelle scuole, con la possibilità di usufruire di attività alternative in caso di diniego.
No LGBT a scuola: più controlli del Ministero
Solo il 35% degli italiani considera opportuno che gli attivisti delle associazioni LGBT entrino nelle scuole per parlare di orientamento sessuale e identità di genere, a fronte di un solido 50% contrario e un 15% che non si esprime. Un ulteriore dato degno di nota riguarda la necessità di un maggior controllo da parte del Ministero dell'Istruzione sui contenuti educativi per evitare la diffusione dell’ideologia gender: il 50% degli italiani ritiene necessario un controllo più rigoroso, il 35% si dice contrario e il 15% è incerto.
No anche alla Carriera Alias
Inoltre, il sondaggio ha analizzato l’opinione degli italiani sulla cosiddetta “carriera alias”, ovvero la possibilità che le scuole trattino gli studenti in base all’identità auto-dichiarata dal minore piuttosto che al loro sesso biologico, una prassi illegittima e ideologica adottata da quasi 500 istituti in tutta Italia. Il 54% degli italiani non condivide questa impostazione, contro un 33% che la sostiene e un 13% che non esprime un’opinione.
Gli elettori di centrodestra
L’opposizione alla propaganda gender nelle scuole è particolarmente elevata tra gli elettori dei partiti di maggioranza: il 78% degli elettori di Fratelli d’Italia, il 75% di quelli della Lega e il 70% di quelli di Forza Italia si dichiarano infatti contrari. Il blocco della “carriera alias” è chiesto invece dal 74% degli elettori di Fratelli d’Italia, dal 59% di quelli della Lega e dal 45% di quelli di Forza Italia (43% i favorevoli). Dati che confermano dunque come il Governo e il Parlamento abbiano il dovere morale e politico di rispondere alla volontà della propria base elettorale, proteggendo la libertà educativa della famiglia e impedendo la diffusione di teorie ideologiche nei programmi scolastici.
Una Legge per difendere la libertà educativa della Famiglia
Nel corso della conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati del sondaggio nazionale, Pro Vita & Famiglia ha annunciato una mobilitazione nazionale per chiedere al Governo e al Parlamento una nuova Legge per difendere la Libertà Educativa della Famiglia, minacciata dalla propaganda politica del movimento LGBT nelle scuole.
La proposta presentata da Pro Vita & Famiglia prevede:
- Divieto di propaganda politica nelle scuole sulla fluidità di genere, sia come attività extracurriculari che come contenuti inseriti nelle materie curriculari (Ed. Civica)
- Maggiore trasparenza nel PTOF con specifica sezione dedicata ad ‘Attività sensibili’ (inerenti anche sfera sessuale e affettiva degli studenti)
- Obblighi informativi: comunicazioni alle famiglie tempestive ed esaustive
- Consenso informato preventivo, tempestivo ed esaustivo
- Diritto all’astensione da attività extracurriculari non consensuali
- Attività alternative a quelle per cui è negato il consenso
Parte la campagna “Mio Figlio No”
Per sostenere la Legge sulla Libertà Educativa della Famiglia parte oggi la mobilitazione nazionale “Mio Figlio No”: convegni, manifestazioni, flash mob e una petizione popolare insieme ad affissioni, video e testimonianze per far arrivare la voce di milioni di famiglie dentro le istituzioni.
Il tempo è scaduto.
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Rivedi qui di seguito il video della conferenza stampa di presentazione