In questi giorni – in pieno dibattito sul disegno di legge a firma Zan sull’omotransfobia – la giornalista Martina Pastorelli sta conducendo sul suo profilo Twitter una serie di interviste, con la sua rubrica #LaChiesaCheCè ad esponenti del mondo ecclesiastico, raccogliendo i loro commenti.
Tra questi anche monsignor Michele Tomasi, vescovo della Diocesi di Treviso, secondo il quale, in particolare, nel ddl Zan «non va bene che si voglia mischiare il rispetto della dignità di ogni persona con la negazione a priori della libertà di visione e di dibattito su cosa è il bene di tutti».
«Il dibattito – ha affermato Tomasi – deve essere libero. Ovviamente – ha precisato – deve essere stigmatizzata radicalmente la violenza nei confronti delle persone con orientamenti omosessuali o transessuali perché la dignità è fondamentale, ma la visione della persona umana e l’idea di quale possa essere il bene comune deve essere altrettanto tutelato per poter essere manifestato liberamente».
Uno dei principali problemi del ddl Zan, quindi, è “voler dire agli altri a priori quale è la posizione giusta da difendere e quale l’unica opinione da tutelare».
Cosa c’è che non va nel #ddlzan?
— Martina Pastorelli (@CathVoicesITA) April 21, 2021
Risponde il Vescovo di Treviso: non va che si voglia mischiare il rispetto della dignità di ogni persona con la negazione aprioristica della #libertà di visione e di dibattito su cosa è il #bene per tutti.#iVescoviParlano #lachiesachecè pic.twitter.com/v95ss7sKfx
Fonte: Twitter Martina Pastorelli - @CathVoicesITA