Il sistema sanitario nazionale è sottoposto ad un’incredibile pressione per fronteggiare la pandemia del nuovo coronavirus e, in poco tempo, ha dovuto riorganizzarsi, anche solamente per riuscire a sottoporre a diagnosi i soggetti affetti da Covid-19 e isolarli.
Per non parlare poi della corsa all’allestimento dei reparti di terapia intensiva e subintensiva, messi spesso in piedi in pochissimo tempo. Per questo motivo, il Comitato Nazionale per la Bioetica ha sentito la necessità di prendere in considerazione quello che si sta configurando sempre più, in una situazione di tale emergenza, come un problema etico: ovvero quello dei criteri di accesso dei pazienti alle cure, in condizioni di risorse sanitarie limitate.
In un importante documento pubblicato due giorni fa sul proprio sito istituzionale, il CNB indica tra i criteri contemplati: la protezione della vita e della salute, la libertà, la responsabilità, la giustizia, l’equità, la solidarietà, la trasparenza.
“Nell’approntare tale riflessione – come si legge nel comunicato - il CNB intende rimarcare come nella nostra Carta costituzionale siano presenti alcuni principi fondamentali che possono costituire un valido orientamento in ambito bioetico. In particolare l’art. 32 – ove si parla della salute come “fondamentale diritto dell’individuo” e “interesse della collettività” – l’art. 2 – che riconosce e garantisce il principio personalista e il dovere di solidarietà – e l’art. 3 – che contempla il principio di eguaglianza –costituiscono dei punti di riferimento irrinunciabili per la relazione di cura, anche quando questa venga promossa in condizioni di criticità estrema come quelle attuali”.
Oltre che ai principi costituzionali, il Comitato fa riferimento anche alla legge 833 che prescrive che la cura vada garantita secondo un criterio universalistico ed egualitario. Per questo è necessario che si prevengano nel futuro prossimo situazioni di grave carenza di presidi sanitari e risorse professionali e che venga studiata un’adeguata ed equa allocazione delle risorse sanitarie
Inoltre, come riporta il documento, un altro obiettivo fondamentale da raggiungere sarebbe quello di predisporre strategie di azione che possano sia assicurare il massimo beneficio per il maggior numero di pazienti sia assicurare, al contempo, la massima tutela al singolo paziente, con un occhio di riguardo agli anziani.
Proprio in riferimento agli anziani, il documento del CNB rimarca “il loro eguale diritto a ricevere cure adeguate e, quando in questo periodo sono ricoverati in strutture dedicate, ottenere dispositivi di protezione appropriati per il Covid-19, con indagini tempestive e numerose per isolare i pazienti affetti dal virus dagli altri degenti. Le sofferenze che si accompagnano alla morte causata dalla insufficienza respiratoria devono essere evitate attraverso l’adozione di protocolli adeguati, che includono ovviamente la terapia del dolore e la palliazione, quando necessarie”.
Insomma, nel vegliare, secondo quanto dichiarato dal CNB, perché venga garantito l’accesso alle cure per tutti, secondo un criterio davvero egualitario e universalistico, possiamo star certi che, almeno nel nostro Paese, sarà molto difficile che si verifichino situazioni scandalose, simili a quella olandese, di cui abbiamo più volte parlato e cioè che i nostri anziani vengano pressati per cedere il loro ventilatore, nel caso in cui dovessero aggravarsi, a pazienti più giovani.
Almeno in Italia, dunque, il valore della persona umana è inteso in senso “assoluto” e cioè “sciolto” da qualunque criterio che miri a circoscriverlo e dunque a ridurlo, seguendo l’odiosissima logica della “dignità della vita” che altro non fa che buttare dalla rupe Tarpea quelli che sono considerati “inutili” nella società dello scarto.
di Manuela Antonacci