Utilizzare tessuti fetali, favorendo il macabro mercato degli aborti ed il commercio dei corpi di bambini abortiti, per la sperimentazione scientifica è moralmente riprovevole e, tanto più, perfettamente inutile, specie in presenza di alternative e di metodi del tutto più efficaci.
In questa emergenza sanitaria, si sta comprensibilmente e giustamente correndo alla ricerca di un vaccino che possa finalmente combattere il Coronavirus e debellare l’attuale epidemia, che sta affliggendo numerosi Paesi in tutto il mondo.
Come denuncia il Direttore Esecutivo di Children of God for Life, Debi Vinnedge, un azienda impegnata nello sviluppo del vaccino, “Moderna”, utilizzerebbe la proteina Spike, prodotta mediante cellule di tessuti fetali abortiti, spiega un articolo di LifeSite News. Un'altra azienda farmaceutica, “Sanofi Pasteur”, starebbe invece usando la propria piattaforma di DNA ricombinante per produrre un vaccino contro il Covid-19. Che senso ha, dunque, continuare a sfruttare i tessuti fetali, se vi sono metodi sicuramente più etici?
Vinnedge prende, dunque, le parti del presidente Trump, fortemente criticato ed accusato di intralciare e rallentare i lavori della ricerca scientifica con il divieto d’uso di tessuti fetali: «Questa accusa è ridicola nella migliore delle ipotesi e nient'altro che una manovra politica. […] Ci sono trattamenti più promettenti nel prevenire completamente l'infezione. Il presidente Trump ha fatto un ottimo lavoro nel promuovere una ricerca moralmente responsabile, assicurando che tutti gli americani possano avere la protezione di cui hanno bisogno. È deplorevole che qualcuno voglia sfruttare i resti di bambini abortiti a scopo di lucro».
Ricordiamo, infine, che la ricerca sulle cellule staminali embrionali – come abbiamo spiegato in più articoli – non ha mai guarito nessuno, a differenza di quella sulle staminali adulte. A che pro perpetrare questa inutile strage degli innocenti?
di Luca Scalise