La crisi demografica sta conducendo il Giappone all’estinzione. Il governo se ne sta accorgendo e ora predispone un piano per risollevare di qualche punto l’indice di fertilità.
Il Giappone ha attualmente una media di 1,1 figli per donna, che è la metà di quella richiesta per la sostituzione dei deceduti. Il numero delle nascite ha raggiunto un minimo storico nel 2013, mentre il tasso di mortalità è stato il più alto dalla fine della seconda guerra mondiale.
Dal secondo dopo guerra l’aborto è legale, a richiesta e poco limitato, per cui ha sterminato intere generazioni di bambini.
D’altro canto, i giovani giapponesi stanno soccombendo a quello che è stato chiamato “sekkusu shinai shokogun,” o “sindrome del celibato”: i giovani non vogliono avere relazioni intime, sposarsi o avere rapporti sessuali, perché i coinvolgimenti emotivi sono troppo complicati, richiedono denaro e responsabilità. Inoltre essi si sentono appagati da mondi virtuali e sistemi di comunicazione on-line.
Se le cose continuano come sono, alcuni prevedono che intere regioni del Giappone presto spariranno. Si tratta di una questione di massima urgenza per l’attuale Governo: la strategia delineata è quella di incoraggiare i giovani a trasferirsi in aree al di fuori delle grandi metropoli, favorendo l’occupazione e la crescita economica nelle piccole comunità locali che attualmente stanno scomparendo per mancanza di abitanti.
Taddeus Baklinski, LifeSiteNews