Il mondo del gossip è in subbuglio: Cristiano Ronaldo diventerà di nuovo padre? E come, con l’utero in affitto?
Certezze ancora non ce ne sono, ma il gesto con cui CR7 ha festeggiato uno dei quattro gol segnati sabato scorso contro il Celta Vigo lascia pochi spazi all’interpretazione: pallone sotto la maglietta, ad indicare un ipotetico pancione.
Pancione, quindi gravidanza, quindi figlio, quindi nuova paternità per la stella del Real Madrid. Ma la madre? Si vocifera che il campione sia ricorso all’utero in affitto. Che, per alcuni, sarebbe la stessa modalità con cui cinque anni fa sarebbe nato Cristiano Ronaldo Junior.
Il quotidiano portoghese Correio da Manha, quanto meno, ha avanzato questa ipotesi. Che, a ben vedere, non è neanche così peregrina, dal momento che CR7 attualmente non sembra avere una storia stabile e visto il fatto che il bomber del Real avrebbe passato le vacanze natalizie a Miami, lontano dal suo primo figlio. La presentatrice portoghese Eunice Cristina Morias de Carvalho, nota come Maya, era stata la prima a rilevare quest’ultimo aspetto, affermando in un’intervista: “Quest’anno Cristiano ha passato il Natale da solo a Miami e Miami non vi ricorda forse qualcosa? Come tutti sanno, Cristianinho arriva proprio da lì e più volte, anche di recente, Cristiano ha confessato di volere altri figli, quindi è andato a Miami per quello“.
CR7, sogno proibito di tante spettatrici di per sé non molto interessate al pallone e giocatore apprezzato da chiunque se ne intenda di calcio, non perde dunque occasione per far parlare di sé. Dentro e fuori dal campo.
Al tocco delicato e agile, ma nel contempo potente, con cui accarezza la sfera, si accompagnano una determinazione e una grinta che non sono da tutti. Determinazione e grinta che però spesso portano Cristiano Ronaldo a compiere gesti un po’ sopra le righe, nei confronti di avversari e arbitri, ma anche nella vita privata. La scelta di avere un altro figlio sfruttando la tecnica dell’utero in affitto rientra certamente tra queste: è un puro gesto di egoismo. Desidero un figlio, ho i soldi e ho una madre e due sorelle disposte ad allevarlo, allora lo compro. Facile. Se non fosse che c’è una donna che viene sfruttata come un forno e se non fosse che c’è un bambino che si è deliberatamente deciso di far nascere orfano di madre.
Essere campioni dentro il rettangolo verde di uno stadio è un conto: con l’allenamento, la tecnica e l’agilità si può far fare al pallone quello che si vuole, stordendo avversari e deliziando il pubblico.
Ma la vita delle persone – donne e bambini – non si può prendere a calci, facendo quello che meglio si crede. La sua storia, di sopravvissuto all’aborto, dovrebbe averglielo insegnato.
La classe non è acqua, e i veri campioni sono coloro che sanno distinguersi dentro e fuori dal campo. Tutti gli altri sono stelle momentanee, destinate a cadere nel dimenticatoio una volta appesi gli scarpini al chiodo.
La speranza è che Cristiano Ronaldo – e lo dico da grande ammiratrice delle sue doti calcistiche – decida di essere un campione vero, capace di essere di buon (e non di pessimo!) esempio per tanti suoi fan.
Teresa Moro