I canadesi possono da Mercoledì 17 Ottobre acquistare e coltivare la propria cannabis (come abbiamo scritto qui) dopo due anni di battaglie da parte del governo laburista Trudeau. Questo governo finora ha liberalizzato l’eutanasia, imposto una serie di restrizioni alla libertà religiosa, limitato l’obiezione di coscienza per medici e paramedici e introdotto l’obbligo scolastico della ideologia gender. Una rivoluzione simile, o meglio, un esperimento di ingegneria sociale simile era stato fatto solo dal governo Zapatero in Spagna.
Il Canada ora è il secondo Paese al mondo che introduce la liberalizzazione della marijuana per scopi “ricreativi”, il primo a farlo era stato l’Uruguay nel 2013. Mentre gli entusiasti della scelta di drogarsi liberamente, in Canada come in Europa, hanno salutato la decisione evidenziando che questo sia l’unico modo per combattere la criminalità organizzata, evitare i pericoli di contraffazioni per i consumatori ed aumentare le entrate fiscali per lo Stato, Diane Kelsall, redattore capo del Canadian Medical Association Journal, ha descritto la legalizzazione della cannabis come «un esperimento nazionale incontrollato in cui i profitti dei produttori di cannabis e le entrate fiscali sono preferiti alla salute dei canadesi».
Inoltre, l’organismo ONU che si occupa dei pericoli della droga ha fortemente criticato la scelta canadese. L’INCB (International Narcotics Control Board), con sede a Vienna, ha dichiarato: «La legalizzazione da parte del Canada di cannabis per scopi non medici è incompatibile con gli obblighi legali incombenti agli Stati Parti nell’ambito del quadro internazionale di controllo delle droghe», siamo fortemente preoccupati «per l’impatto sulla salute pubblica di queste scelte politiche sulla salute e il benessere dei canadesi, in particolare dei giovani». Un esperimento nazionale di ingegneria sociale, dove i soldi hanno il primo posto a scapito della salute presente e futura dei cittadini, una scelta sbagliata che viola ogni principio morale e ogni quadro giuridico internazionale.
Luca Volontè