20/04/2021 di Manuela Antonacci

Curridori (IlGiornale.it) su ddl Zan: «Limita la libertà di espressione e non difende le minoranze»

Oggi pomeriggio, come confermato da fonti vicine a Pro Vita & Famiglia, il disegno di legge Zan sull’omotransfobia torna in Senato, dove si discuterà sulla sua eventuale calendarizzazione. Ormai diversi esponenti del mondo della cultura e di politici appartenenti, trasversalmente, a tutte le correnti parlamentari ed extraparlamentari, si stanno pronunciando contro i diversi aspetti ambigui di questo ddl. Stavolta abbiamo voluto sentire il parere di Francesco Curridori giornalista de IlGiornale.it

 

Cosa ne pensa del ddl Zan?

«Credo che il ddl Zan sia un grande minestrone, costruito ad arte da chi vuole accontentare tutte le associazioni Lgbt che tradizionalmente votano per la sinistra. Ma, per rendere meno evidente questa operazione, si inseriscono in un unico calderone temi completamente diversi tra loro: la misoginia, le discriminazioni verso i disabili e l'odio nei confronti degli omosessuali. L'odio, però, è un sentimento che non si sradica dal cuore delle persone per legge. Pensiamo al caso di Malika. Potrà ricevere tutte la solidarietà morale e finanziaria di questo mondo, ma niente potrà mai colmare il senso di solitudine provocato dalle parole che sua madre le ha rivolto. Pensiamo al caso di Willy, il ragazzo italiano di origine capoverdiana aggredito a morte da quattro balordi, i quali sono perseguiti dalla giustizia anche in assenza del ddl Zan. La verità è che lo scopo di questo ddl è introdurre per legge la distinzione tra sesso biologico e identità di genere. Il ddl, di fatto, pone le basi per istituzionalizzare la teoria gender e propagandarla nelle scuole. Il prossimo passo sarà legalizzare la maternità surrogata che hanno rinominato col termine 'solidale' per renderla più digeribile».

C’è una certa fretta nell’approvazione di questo ddl, come mai, secondo Lei?

«Questa legislatura si concluderà al massimo tra due anni, o forse anche prima. Due anni, in politica, sono come due secoli, soprattutto in Italia. Un partito come il M5S, già adesso, è in dissoluzione e, in ogni caso, non avrà mai più una compagine parlamentare numerosa come quella attuale. Il risultato delle Politiche del 2018, sebbene perlopiù favorevole per il centrodestra, ha visto il M5S e il Pd essere le prime due forze in Parlamento. I 'giallorossi', stando ai sondaggi, non avranno i numeri per approvare una legge come il ddl Zan e, quindi, questa è la loro ultima spiaggia».

Che ripercussioni secondo Lei, può avere il ddl Zan sul lavoro e il linguaggio dei giornalisti?

«Il disegno è chiaro già da tempo: si vuole introdurre una neo-lingua, basata sul politicamente corretto. Negli anni '70 è stata chiamata 'interruzione volontaria di gravidanza' quel che, a tutti gli effetti, altro non è che un infanticidio. Oggi ci prendono in giro usando la locuzione di 'maternità solidale' anziché 'surrogata' per nascondere una pratica di mercificazione del corpo della donna che le femministe, quelle vere, dovrebbero condannare senza dubbio alcuno. Nel frattempo ha preso piede la sostituzione del termine clandestino con migrante, mentre l'uso di 'ministra' o 'direttrice d'orchestra' viene visto dalle (finte) femministe una grande battaglia di civiltà. Sono 'armi di distrazione di massa' per non occuparsi davvero dei problemi cruciali di determinate categorie. Lo si è già visto con gli invalidi che sono diventati portatori di handicap, disabili e, infine, diversamente abili, ma continuano a trovare barriere architettoniche ovunque nel loro percorso di vita. Sinceramente mi preoccuperei di più di abbattere tali barriere e di porre un freno al calo dell'occupazione femminile piuttosto che di queste diatribe linguistiche che il ddl Zan potrebbe solo fomentare. Il maschile e il femminile saranno sostituiti da forme neutre come genitore 1 e genitore 2 o, peggio ancora, dagli asterischi. Il sogno di una scrittrice come Michela Murgia è quello di cambia 'patria' in 'matria'. Io, sinceramente, sogno una patria libera dal politicamente corretto».

Ultimamente anche le associazioni femministe e Arcilesbica si sono pronunciate contro questa legge. Che ne pensa?

«Penso sostanzialmente quel che ho già spiegato. Sebbene da posizioni diverse dalla mia, anche le femministe e l'Arcilesbica mettono in evidenza le stesse lacune: il ddl Zan è un minestrone, tra l'altro scritto molto male. Se da un lato limita la libertà d'espressione, dall'altro non difende veramente le minoranze che, in realtà, trovano strumenti di difesa nelle leggi già esistenti».




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