Da Torino tuona la voce della Chiesa contro l’indottrinamento gender nelle scuole. L’Arcivescovo Cesare Nosiglia non usa mezzi termini, arrivando a definire “discriminazione al contrario” i progetti di rilettura GLBT in atto e si scaglia contro le schede antiomofobia prodotte dal Comune di Torino ed oggetto di attacchi da parte dell’opposizione di centrodestra in Consiglio, schede che, tra le altre cose, indentificavano San Paolo come un omofobo e mettevano in scena un Gesù molto gay friendly. Schede frutto di “ignoranza” ed “improponibili non solo nella prospettiva dei credenti ma ancor più in quella della laicità che è tenuta a rispettare la libertà religiosa dei cittadini.”
Più precisamente Nosiglia intende rivolgersi a due categorie: gli insegnanti, con particolare riguardo nei confronti di quelli di religione, ed i genitori. I primi devono farsi parte attiva nello smascherare l’infondatezza dei preconcetti verso il Cattolicesimo ed i suoi Padri; i secondi devono stare attenti a quanto viene sottoposto a scuola ai loro figli, assicurandosi che nessuno affronti temi così delicati senza averne preventivamente presentato il programma alla famiglia e da essa ricevuto il consenso a procedere.
Le argomentazioni utilizzate sono quelle classicamente portate da quella rete di associazionismo e movimentismo che si impegna a far sì che tutto ciò non passi sotto silenzio, tra cui, degno di nota, è l’operato dei Giuristi per la Vita e del tour di interventi del Presidente Gianfranco Amato.
Tema, quest’ultimo, affrontato anche dal Cardinal Bagnasco il quale, nella sua prolusione del 24 marzo 2014, ha espressamente parlato dei tre libretti dell’UNAR “Educare alla diversità” che in realtà mirerebbero “a instillare nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte. È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura– che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni.”
Devono essere riscoperte “la sacrosanta libertà dei genitori” prosegue Bagnasco “nell’educare i figli; il grave dovere della società di non corrompere i giovani con idee ed esempi ce nessun padre e madre vorrebbero per i proprio ragazzi; il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle model cultuali imposte”.
Di fronte a tutto quello che sta accadendo nelle scuole e non solo si ha il diritto di reagire, lo stesso Cardinale arriva ad affermare che “non c’è autorità che tenga”:
Parole molto chiare che devono fungere da monito per tutti, credenti e non, tale è l’obiettività dei fatti riportati. O, più semplicemente, il vecchio e caro buon senso.
Per chiunque fosse interessato, qui si può scaricare la relativa documentazione:
PROLUSIONE BAGNASCO 24 MARZO 2014
Redazione