L’azione internazionale dell’Unicef chiamata ‘L’iniziativa mille giorni d’oro’, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e la politica sull’importanza delle cure, dell’affetto, del nutrimento, nei primi mille giorni della nostra esistenza, che vanno dal concepimento al secondo nostro compleanno.
Sono fondanti e determinanti per tutta la nostra vita.
“Maltrattare la vita fetale, quella embrionale, quella del neonato, quella del lattante è ugualmente pericoloso, ci spiegano gli esperti: ci segnerà per sempre, noi siamo il risultato di come siamo stati trattati in questi primi mille giorni. Tutte queste quattro epoche, dallo zigote fino all’acquisizione della parola, vengono dall’ Unicef fatte assurgere ad alta dignità”, scrive l’illustre neonatologo, Carlo Bellieni su Avvenire.
Ecco il video che promuove l’iniziativa e – a seguire – la trascrizione in Italiano del messaggio del Direttore dell’Unicef, fornita dal sito stesso dell’agenzia ONU.
” 1000 giorni. Sono i giorni che ci separano dal traguardo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) e sono anche i giorni cruciali per salvare il futuro di un bambino. Quando a un bambino viene negata la giusta alimentazione da quando è nel grembo materno fino ai due anni di vita, soffrirà di ritardi nella crescita (stunting), con effetti irreversibili. Non c’è cura per questo. I bambini vittime di questa forma di malnutrizione non sono solamente più gracili rispetto alla media. Sono anche più vulnerabili alle infezioni, al diabete o alle malattie cardiovascolari. Anche il loro cervello non si sviluppa come dovrebbe, perché le connessioni tra le cellule cerebrali non crescono in modo corretto. Questi bambini sono destinati ad andare male a scuola, a guadagnare redditi inferiori e a contribuire meno del loro potenziale allo sviluppo della propria nazione.
Nel mondo, 165 milioni di bambini soffrono di malnutrizione cronica. Nessun bambino merita questo, e nessuno Stato dovrebbe permetterlo. Noi siamo in grado di prevenire la malnutrizione, e possiamo farlo a costi relativamente bassi. Tutto ciò che occorre sono misure come i micronutrienti, il lavaggio corretto delle mani, l’allattamento al seno, migliori pratiche alimentari per l’infanzia e programmi nutrizionali nelle comunità. Quando garantiamo un futuro a un singolo bambino, ne trae beneficio il futuro di tutti noi.» (Anthony Lake, Direttore dell’UNICEF)
Bellissime parole. Importanti e commoventi.
Ma – di contro – la cultura dominante non fa una piega nella propaganda della scarsa considerazione dei bambini nei loro primi 1000 giorni. Chi si batte – a livello di agenzie ONU in primis – a favore degli embrioni? “Montati e smontati” e manipolati, in vitro invece che nel caldo grembo materno, surgelati e scongelati, scartati e selezionati, come cose. Usati per esperimenti. Impiantati in un corpo che potrebbe essere quello di una mercenaria, una surrogante che il bambino non rivedrà mai più per tutta la vita.
Se nasce.
Perché – anche per l’Unicef – l’aborto è sempre “un diritto” inviolabile della donna, no?
Redazione
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