“El Pais” dei giorni scorsi ha scoperchiato il dramma delle ragazze che in Messico, una delle più grandi potenze economiche mondiali, sono vendute per matrimoni combinati o cedute per pochi pesos ai trafficanti di esseri umani.
Moltissime bambine delle montagne di Guerrero, nel sud-ovest del Messico, nei villaggi arroccati sulle alture delle montagne, infatti, sono state vendute ai loro mariti in giovanissima età, secondo un'antica usanza tribale. Ancor peggio, negli ultimi decenni, il denaro derivante dalla migrazione verso gli Stati Uniti ha convertito questi bambini in merce che può fruttare fino a 200mila pesos (9.500 dollari, 8.480 euro), o più. Una condanna per le ragazze a un matrimonio crudele in cui la minima lamentela viene liquidata con le stesse quattro parole: "Ho pagato per te".
A volte, inoltre, viene inclusa una lista di spese, compresi i cosiddetti "diritti del latte", soldi per coprire i costi della gravidanza, del parto e della crescita della sposa stessa fino all'età adulta. Una spesa ulteriore di 10mila pesos (500 dollari, 460 euro) per l’acquisto della bambina. In Messico, in realtà, ai bambini piccoli è proibito sposarsi, ma la legge in merito non è riuscita a eliminare questa antica e assurda tradizione. Se il prete locale si rifiuta di officiare, si stende una stuoia per terra, gli sposi si inginocchiano, prendono un po' di sale e ricevono benedizioni e consigli.
Oltre alle spose bambine, inoltre, ci sono anche veri e propri “acquisti” di bambine come schiave domestiche. Un vero e proprio modo “diverso” di mettere in pratica la tratta degli esseri umani. Molte delle bambine ascoltate dai giornalisti di ”El Pais" non si definiscono tali. “Non sono strettamente un oggetto di sfruttamento sessuale o di servitù con l'obiettivo di ottenere un profitto. Bisogna tenere in conto per cosa verrà utilizzato il denaro per l'accordo e stiamo parlando di comunità molto povere dove questa risorsa a volte viene utilizzata per costruire una casa o pagare un medico. Sì, è schiavitù. Sì, è violenza. Ma non possiamo criminalizzare le popolazioni indigene". Queste le deboli giustificazioni.
Tuttavia, questa è comunque una violenza terribile perché, in ogni caso, c’è sempre l’imposizione della volontà di colui che si sente proprietario della ragazza e sempre ne ha il controllo completo. Eravamo abituati a scandalizzarci per le spose bambine e costrette alla conversione forzata in India e Pakistan, paesi che consideriamo poveri e violenti. Ora dobbiamo prendere atto che non esiste solo una tratta o un mercato di spose bambine nel medio Oriente, c’è ben altro di ugualmente drammatico e violento nel Centro America e nel Messico socialista del Presidente Obrador che, a tre anni dalle promesse elettorali di pace, pane e giustizia per tutti, si è dimenticato di queste decine di migliaia di bambine considerate come merce di scambio.