Il governo del Pakistan presentato la bozza di un nuovo disegno di legge per rispondere alla richiesta di lunga data della minoranza cristiana sul matrimonio e il divorzio. "Abbiamo preparato il progetto di legge sul matrimonio e il divorzio cristiano consultando le parti interessate. Hanno riconosciuto che c'erano diverse questioni che dovevano essere risolte", ha detto Shireen Mazarai, ministro dei diritti umani.
Mazari ha fatto l'annuncio parlando alla Conferenza interreligiosa per giovani donne organizzata dalla diocesi cattolica di Peshawar, dalla Chiesa del Pakistan, dal seminario islamico Jamia Ashrafi e dal Consiglio per l'armonia interreligiosa il 18 febbraio scorso. "Il nostro governo ha adottato un approccio basato sui diritti da proteggere per le minoranze che sono garantiti dalla costituzione. Le donne e le minoranze sono tra le persone più vulnerabili della società e quindi richiedono garanzie speciali per assicurare che i loro diritti siano protetti", ha detto.
La bellezza del Pakistan sta nella diversità delle persone provenienti da vari contesti religiosi e sociali, il che arricchisce anche la società. "L'Islam ci dà la responsabilità di rispettare tutte le religioni. Il Pakistan è tra i paesi che forniscono leggi speciali alle minoranze, compresa la legge sul matrimonio indù", ha aggiunto.
Il ministro ha detto che il governo ha anche preso alcune misure legislative per proteggere i diritti delle donne, come l'ordinanza anti-stupro e la legge sui matrimoni di conversione forzata. E’ stato ribadito che la Costituzione del Pakistan fornisce pari diritti anche ai non musulmani. Nell'Islam non esiste il concetto di matrimonio forzato. Le minoranze non devono sentirsi spaventate o minacciate. Lo Stato perseguirà qualunque soggetti che cerchi o compia atti illegali, inclusi rapimenti e matrimoni forzati.
Il nuovo ‘Christian Marriage and Divorce Act’, se approvato dal parlamento, sostituirà il Christian Divorce Act, 1869 e il Christian Marriage Act, 1872. Quattro milioni di cristiani, che rappresentano circa il 5% della popolazione del Pakistan, sono stati profondamente danneggiati dall'assenza di leggi che regolano i loro matrimoni e divorzi.
Un passo avanti che fa ben sperare per il pieno riconoscimento dei diritti dei cristiani e delle donne e bambine cristiane che a centinaia sino ad ora sono state rapite e costrette a matrimoni forzati da estremisti islamici. Negli stessi giorni dell’annuncio del Ministro dei Diritti Umani Shireen Mazarai, ad Islamabad durante la consultazione nazionale per il rilancio dell’educazione nel paese gli esperti hanno sottolineato l’importanza di inserire all’interno della ‘National Education Policy 2021’: il riconoscimento del ruolo delle scuole cristiane nella storia e nello sviluppo del Pakistan; la politica di decentramento approvata nel 1980 e non ancora attuata a fondo, in particolare gli istituti cattolici o gestiti dalla Chiesa; assicurare fondi sufficienti alle scuole cattoliche, che sono in maggioranza realtà no-profit; rimuovere il materiale che promuove odio e intolleranza di genere, religione, lingua o etnia, assicurando che non vi siano discriminazioni; rivedere la decisone di implementare l’insegnamento dell’arabo, consultando prima esperti, linguisti e insegnanti sulla reale fattibilità. Plauso dunque al fermento positivo che attraversa il Pakistan, ora è tempo di passare dai buoni auspici alle azioni determinate e concrete per attuarli.