Il provvedimento, proposto a tutela dei minori, è ora all’attenzione del nuovo governo di Reykjavík
In Italia poche persone utilizzano internet per informarsi, mentre sempre di più vi ricorrono per vedere o scaricare materiale pornografico. Secondo recenti dati dell’istituto britannico di ricerca sul web “Nielsen Online”, gli “utenti” della pornografia on line nel nostro paese sarebbero 6 milioni 250 mila con un’ora e 27 di visione, 71% maschi, 29% donne, con l’età più interessata tra i 35-49 anni (rappresentano il 35,5%) ma anche, con cifre in crescita, sotto i 18 anni.
In Italia il fenomeno della pornografia violenta prodotta con e visionata da minori sta lentamente crescendo ma, nel Nord Europa aduso al web, si tratta di un problema sociale che sta destando reazioni anche a livello politico. Il direttore del giornale elettronico settimanale “FamilyCinemaTv” Franco Olearo, ha illustrato sull’ultimo numero del mensile cattolico “il Timone” l’iniziativa in atto da parte del governo islandese, il quale «ha espresso la sua intenzione di bandire la pornografia da internet a protezione dei minori, allo stesso modo con cui ha già vietato quella su carta stampata. L’ipotesi ha immediatamente sollevato un’ondata di proteste da parte dei fautori dell’internet libero: una iniziativa del genere – dicono – violerebbe la libertà di informazione ed espressione e porterebbe l’Islanda al livello di Cina, Nord Corea e Iran, che censurano i siti internet.
In un Paese come l’Islanda nel quale oltre l’80% della popolazione appartiene alla confessione luterana, la proposta del bando alla pornografia on line proviene da un governo “rosso-verde”, in carica fino al 23 maggio scorso, presieduto dalla socialdemocratica Jóhanna Sigurðardóttir, nota per essere il primo capo di governo europeo dichiaratamente omosessuale. Dapprima sposata nel 1970 con un uomo, dal quale ha avuto due figli, la Sigurðardóttir ha infatti successivamente divorziato dal marito per costituire una “unione civile” con un’autrice e sceneggiatrice islandese. La coppia lesbica si è quindi unita nel giugno del 2010 in matrimonio, a seguito dell’introduzione delle “nozze gay” in Islanda.
Il ministro dell’interno del governo Sigurðardóttir che si è fatto promotore del bando al “porno on line” per i minori, Ögmundur Jónasson, appartiene ad un movimento di sinistra dei verdi, ed è stato duramente criticato nella sua proposta da un Istituto per la “libertà di espressione” nei new media, l’“International Modern Media Institute” (IMMI), guidato da una sua coetanea e militante come lui della sinistra islandese, Birgitta Jónsdóttir, recentemente eletta al parlamento nazionale nelle fila del fronte progressista.
Il fatto è che per il successore di Jónasson al ministero dell’interno, l’esponente del partito euroscettico “Independence Party” Hanna Birna Kristjánsdóttir, la limitazione coatta della pornografia online potrebbe tradursi in una violazione della libertà personale. Sulle remore del governo attualmente in carica, di matrice centrista e liberale, rispetto alla sua proposta (anche se finora non c’è stato ancora un pronunciamento ufficiale in merito) l’ex Ministro Jónasson ha replicato: «Ci sono persone che vogliono mettere a tacere questa discussione, ma non succederà. La gente vuole confondere la questione con una discussione sulla libertà di espressione, ma direi che siano coloro che stanno cercando di mettere a tacere il dibattito che non rispettano la libertà di espressione» (cit. in Daniele Cretella, “Dall’Islanda una campagna contro il porno online”, in “Tech Fanpage”, 27 maggio 2013).
A fare pressione sul nuovo governo affinché approvi l’interdizione alla pornografia on line per i minori è anche l’associazionismo impegnato nella tutela dei minori vittime di abusi sessuali, il cui leader, il diciannovenne Geir Johann Geirsson, ha annunciato che il suo gruppo scriverà a tutti i nuovi parlamentari islandesi per raccomandargli l’approvazione del bando al porno on line (cfr. “Campaigns to restrict Internet pornography in Iceland”, in “ANI”, May 27, 2013).
«Accedere al porno online non richiede più tre secondi, quattro al massimo», ha dichiarato Geirsson che, presso le scuole superiori della città di Borgarn, alle porte della capitale islandese di Reykjavik, ha dato vita ad una campagna contro la diffusione della pornografia online. Secondo l’attivista, ogni computer con accesso alla rete diventa automaticamente uno strumento di consultazione pornografica. Non esistono, infatti, sul territorio islandese limitazioni o filtri capaci di fermare o almeno rallentare la navigazione all’interno di siti contenenti materiali espliciti.
Insomma, il dibattito sembra essere decisamente acceso e nei prossimi mesi la questione potrebbe tornare ad essere uno dei temi più caldi tra quelli affrontati all’interno del parlamento islandese.
di Giuseppe Brienza